Svuotata di materia, ridotta alla pura geometria del nastro di alluminio, l’installazione è un’allusione poetica alla memoria storica. Le sue SPIRE quasi svolte, permettono allo spettatore di leggere contemporaneamente l’interno e l’esterno.
“mutatio” riguarda la perdita nel tempo della funzione originaria della colonna coclide: interpretando la gestualità del movimento “a spirale” del fregio, l’installazione è come un itinerarium pictum srotolato, la cui impostazione non allude a un “ribaltamento” fisico o virtuale del monumento ma lo interpreta come oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale.
L’interazione tra la memoria soggettiva personale, la memoria oggettiva storico – culturale e la memoria portata dalla materia archeologica, tesse quel filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo che riconosce il tempo come valore assoluto.
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