Al Teatro Brancaccino di Roma in scena ‘Voce di donna’, di e con Melania Giglio dal 23 al 26 marzo

Una donna sola in scena. Vestita di un enorme abito da sposa che occupa quasi tutto il palco.

Racconta la sua storia fatta di vittorie e sconfitte, gioie e dolori. Una storia comune a molte. Ma questa donna percepisce il mondo in un modo molto particolare. Per lei solo il suono, le voci, la musica danno un senso agli eventi. Solo il suono mette ordine in un universo che altrimenti sarebbe percepito come caos. Attraverso le voci di donna che l’hanno guidata ed ossessionata riesce persino a raccontarci quell’assurdo susseguirsi di ore che qualche sprovveduto si ostina a chiamare vita.

 

NOTE DI REGIA

Io sono la sposa che non ha vissuto, quella che nessuno ha voluto.

Non so se ancora vivo. Non so se esisto.

Ma so che prima ancora di nascere io ero suono.

Della mia infanzia non mi ricordo nulla. Ore e ore senza sapere che farsene del tempo.

L’unica cosa che mi è restata nelle ossa di quegli anni senza forma è la voce di mia madre. E naturalmente la voce di mia nonna.

Solo il suono era il mio mondo. Solo sentirlo mi placava.

Poi è arrivata la musica. Anzi: è arrivato il canto. A dare finalmente un senso a tutta quella confusione.

Il mio mondo solitario finalmente si è popolato di voci. Voci di donne che hanno dato un nome a tutti i miei fantasmi.

Eros, Solitudine, Dolore, Amore, Nascita, Lotta, Fede sono diventati musica.

Universo senza fine.

Canto eterno ed invincibile.

Melania Giglio

 

 

 

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