Con la programmazione d’autunno del Ridotto del Mercadante
si arricchisce l’offerta dell’imminente nuova Stagione
del Teatro Nazionale di Napoli siglata IL TEATRO SIETE VOI.
L’apertura della programmazione
è prevista giovedì 14 ottobre alle 21.00 con il debutto nazionale
dello spettacolo L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett
nella traduzione di Gabriele Frasca diretto e interpretato da Tonino Taiuti.
L’attore e performer napoletano incontra per la prima volta in scena
il teatro del drammaturgo irlandese al quale nell’occasione dedica la mostra
BECKET.T / Tra ombre e silenzi
trenta opere tra pitture, sculture e disegni realizzati e firmati da Tonino Taiuti
allestita nel foyer del Mercadante nelle date dello spettacolo
la cui inaugurazione è prevista a seguire la prima del 14, alle 22.15 circa
Si inaugura il prossimo 14 ottobre la prima parte della programmazione del Ridotto del Mercadante, la piccola sala al primo piano del teatro di Piazza Municipio, dove tra ottobre e dicembre 2021 andranno in scena spettacoli improntati ai diversi linguaggi della scena tra monologhi e performance teatrali.
Si parte dunque il 14 ottobre con il debutto in prima nazionale dello spettacolo L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett nella traduzione di Gabriele Frasca, diretto e interpretato da Tonino Taiuti su produzione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, che resterà in scena fino a domenica 24.
Autore tra i più amati dall’attore e regista napoletano – del quale dichiara di aver letto praticamente tutto, dal teatro ai romanzi ai racconti alle novelle alla poesia – questo allestimento de L’ultimo nastro di Krapp segna il primo incontro in palcoscenico di Tonino Taiuti con il teatro del drammaturgo irlandese, insignito nel 1969 del Premio Nobel per la letteratura, scomparso a Parigi nel 1989.
Al debutto dello spettacolo è ispirata la mostra BECKET.T / Tra ombre e silenzi, circa trenta opere, tra pitture, sculture e disegni firmati da Tonino Taiuti dedicati all’autore di Aspettando Godot e Giorni felici, allestita negli spazi del foyer del Teatro Mercadante, visitabile nel corso delle rappresentazioni del 14/24 ottobre di L’ultimo nastro di Krapp.
L’ULTIMO NASTRO DI KRAPP di Samuel Beckett
traduzione Gabriele Frasca
diretto e interpretato da Tonino Taiuti
costumi Sara Marino
luci Carmine Pierri
suono Paolo Vitale
aiuto regia Luca Taiuti
una produzione
Teatro di Napoli-Teatro Nazionale
durata dello spettacolo 50’ | In scena fino al 24 ottobre nei seguenti orari:
14, 15, 19, 21 e 24 ottobre alle 21.00 | 16 ottobre alle 19.00 | 17 ottobre alle 18.00
20, 22 e 23 ottobre alle 17.00.
Tonino Taiuti interpreta Beckett.
E lo fa scegliendo il testo più emotivo, coinvolgente e sorprendentemente attuale della prima grande produzione dell’autore irlandese. E non solo. Perché L’ultimo nastro di Krapp, che Taiuti metterà in scena al Ridotto per la prima volta nella nuova traduzione di Gabriele Frasca, era stato in realtà scritto da Beckett esplicitamente per un attore da cui era stato letteralmente conquistato, Patrick Magee, che avrebbe difatti debuttato con l’opera il 28 ottobre del 1958 al Royal Court Theatre di Londra, riscuotendo un immediato successo. Tonino Taiuti interpreta dunque la prima opera in cui Beckett durante le fasi di stesura aveva provato a immaginare il suo interprete. Una corrente tutta speciale passa in questo testo in chi lo vuole mettere in scena, perché è proprio difficile, per questa sua caratteristica, non sentire in ogni dove lo sguardo dell’autore. E Tonino Taiuti, da quell’artista completo che è, questo sguardo lo ha sostenuto. Perché questo è il compito di un interprete: non abbassare mai gli occhi davanti all’autore. «Il volto di Krapp mentre ascolta costituisce i tre quarti dell’intera battaglia», aveva scritto Beckett a Patrick Magee il 24 marzo del 1958 presentandogli l’opera. E aveva aggiunto che se non aveva nel testo indicato mutamenti d’espressione, era perché aveva preferito lasciarli alla sensibilità del suo interprete. Beckett insomma si fidava di Magee. E per interpretare Krapp bisogna innanzitutto imparare a fidarsi di Beckett. Tonino Taiuti in questo è avvantaggiato, non solo perché conosce e ama l’opera dell’ultimo grande drammaturgo che ha provato a rendere il teatro all’altezza dei tempi, ma anche e soprattutto perché sa qual è il vero senso della parola “interpretare”. Che significa per l’appunto eseguire un vero e proprio concerto di toni ed espressioni, e non sovraccaricare il personaggio di significati. Come ebbe a scrivere lo stesso Beckett al regista americano Alan Schneider: «La mia opera è una questione di suoni fondamentali, nel modo più sistematico possibile, e io non accetto responsabilità per nient’altro. Se la gente vuol farsi venire il mal di testa con le sfumature di senso, faccia pure. E procura loro le aspirine».
Tonino Taiuti, da quel musicista che è, sa come interpretare i suoni fondamentali di Beckett. E da quell’arista figurativo che non ha mai smesso di essere, sa come interpretare lo spazio espositivo della scena. E soprattutto, da quell’attore al contempo esuberante e misurato che è sempre stato, sa che interpretare significa farsi possedere, non da un personaggio, ma da una parte di sé. Per questo Taiuti non è perfetto per Krapp, no, è perfetto per Beckett, che ha sempre creato personaggi in grado di sentire la presenza degli attori che li avrebbero interpretati. Quanto alla forza della pièce, basti pensare a quanto siamo oramai perseguitati dalle immagini memoriali che ci riguardano: selfie, video, tracce indelebili di noi stessi in rete e quant’altro, rendono l’ossessione di Krapp per la registrazione delle sue memorie di un’attualità sconcertante.
Tonino Taiuti interpreta dunque Beckett, che aveva una grande allergia per le opere piene di senso, e una vera passione per la musica e per la pittura. Sono le stesse passioni di Tonino Taiuti, come ci ricorderà fra le altre cose la mostra che accompagnerà questa messa in scena, che è un esplicito omaggio dell’artista napoletano al grande autore irlandese. La sagoma di Beckett, stilizzata e replicata fra vuoti e pieni, i volti sfuggenti dei personaggi che aspettano le maschere degli attori, i libri pietrificati dallo sguardo di medusa dell’artista stesso, sono solo alcune delle opere che Taiuti ha voluto mettere in risonanza con questa sua prima incursione nel mondo di Beckett. Perché naturalmente non è finita qui.
Gabriele Frasca
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