C’è una frattura nel nostro tempo. Un evento che ha tradito le più radicate certezze della nostra società evoluta, progredita, sviluppata, industrializzata, asettica, indifferente. È la recente pandemia, che ci ha rinchiusi dentro confini sempre più stretti: nazioni, regioni, città, quartieri, abitazioni, pensieri.
È a questi pensieri che si ispira, rappresentandoli, lo spettacolo “Calennario”, di e con Antonia Cerullo, aiuto regia e organizzazione a cura di Anna Bocchino, in scena al Teatro Serra di Napoli (a Fuorigrotta, in Via Diocleziano 316) nel cartellone della stagione “Campi Ardenti”, venerdì 28 alle 21:00, sabato 29 alle 19:00 e domenica 30 aprile alle 18:00. Info e prenotazioni: teatroserra@gmail.com, 347.8051793.
Il progetto, vincitore nel 2022 in forma di studio al festival “Spacciamo culture interdette” promosso dalla compagnia “Chille de la balanza” di San Salvi (Firenze), è un pasticcio di storie viste, vissute, trascritte e inventate. Una performance che setaccia immagini, pensieri e poesie estrapolate dai diari della quotidianità pandemica dell’autrice. Un viaggio imprevedibile, le cui stazioni, oltre a richiamare gli eventi, sono anche e soprattutto, luoghi emotivi nei quali trova posto anche una spiccata ironia. «Questo lavoro nasce dai resoconti dei giorni di reclusione e dal loro conteggio, forzando ogni stimolo dell’esistenza, a generare altra vita. Racconto di solitudini e di gentilezze che profumano, di dignità in un fluire incontrollabile di emozioni e sentimenti, poiché senza il buio la luce non avrebbe ragion d’essere» dice la regista. I mezzi con i quali affrontare la realtà diventano simbolo, sogno e paradosso dell’incompletezza: siamo interi, eppure frantumati, milioni di elementi segnano la relazione, la reazione, il confine, il rispetto di se stessi e degli altri.