Al Tempio di Adriano presentati dal centrodestra i candidati per la Capitale

Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani si sono ritrovati al Tempio di Adriano per la prima uscita pubblica dell’avvocato amministrativista Enrico Michetti e del magistrato Simonetta Matone, che compongono il ticket civico di elevatissima competenza messo in campo per la Capitale. Assente giustificato Silvio Berlusconi, ancora convalescente.

Sono fiera di questa scelta che abbiamo fatto. Abbiamo tre mesi di tempo per farli conoscere a tutti i romani. Sono pronta a portarli in tutti i quartieri per un porta a porta, ha detto Giorgia Meloni, rimarcando che ‘abbiamo scelto due candidati civici perché volevamo ampliare, allargare i confini del centrodestra: ‘Abbiamo scelto i nomi migliori, più competitivi’, ricordando che Michetti e Matone sono molto competenti, tecnici e, soprattutto, sanno parlare alla gente:  ‘Sia chiaro che siamo qui per vincere’.

Meloni  ha messo a confronto il curriculum di Michetti con quelli di Virginia Raggi e del candidato Pd, Roberto Gualtieri, sottolineando che la prima è un avvocato, ex consigliera comunale e che il secondo è il ministro dell’Economia che ha sprecato soldi per i banchi a rotelle e per i monopattini:  ‘Credo  che Michetti sia il miglior candidato in campo. E un certo fuoco di fila messo in piedi da certa stampa prima della sua candidatura, da parte dei nostri avversari, tradisce un nervosismo, evidentemente sanno bene di chi stanno parlando’.

Non è fatto a caso questo riferimento al nervosismo degli avversari visto che all’attacco di Michetti si distingue Repubblica con un articolo di Francesco Merlo,  non ricco di grazia ma di livore. Uno scritto volgare non in linea con ‘l’absit iniuria verbis’ che dovrebbe isirare un buon giornalista. Questo mi ricorda un detto siciliano che parla di una merlo che si posa sul  dorso di un’aquila, e lo becca, lo becca, lo becca,  fino a quando l’aquila tocca un punto alto del cielo dove il merlo non può arrivare e violentemente  cade, in un solo termine, precipita.  Il pezzo di Merlo è ricco di razzismo culturale, informa che Michetti è un ‘docente a contratto’, si pavoneggia con il titolo di cavaliere, avvocato e professore, concludendo che il candidato sindaco è ‘una macchietta dal faccione allegro’.  Poi si arriva alla pura diffamazione assimilandolo al tesoriere del Pdl, ‘er Batman’, il capogruppo Francone Fiorito. Non manca a Merlo l’attacco a Renata Polverini e a ‘Radio Radio’ che ha dato ampia notorietà a Michetti.   ‘Radio Radio’, ‘mezza per bene e mezza tamarra’, dove il mezzo professore si concede pochissimo al romanesco ma molto alla Romanità, ‘frutto della sottocultura della destra’, un’idea ‘patacca’.

Michetti ‘non è  un ‘fascista’ alla Buontempo, ma di un  genere che somiglia alla Zanzara di Giuseppe Cruciani’. In fondo Michetti è per Merlo niente altro che ‘un Cruciani decaffeinato’.

Meloni, poi, si è detta ‘molto contenta del lavoro fatto dal centrodestra, della compattezza, della proposta seria che sottopone ai romani’. A dimostrazione – ha sottolineato – di quanto amiamo questa città, che non merita più improvvisazione. Della ‘responsabilità’ e della ‘compattezza’ dimostrati dal centrodestra ha parlato anche Matteo Salvini, ricordando che, invece, ‘Pd e 5 Stelle vanno divisi a Roma, a Torino, a Bologna, in Calabria. Noi andiamo uniti’.

Anche Antonio Tajani si è soffermato sul tema dell’unità del centrodestra, che ‘si candida a governare la città di Roma con un progetto. Il ticket – dimostra che il centrodestra unito, come sempre è accaduto, è in grado di fare sintesi. Ci presentiamo come coalizione seria che si candidata vincere le elezioni e a governare la città con visione diversa dalla sinistra’.

‘Il sindaco nel suo territorio ha più poteri del Presidente del Consiglio. Però il sindaco sul suo territorio ha moltissime responsabilità, governa circa 300 procedure a distanza di parte e 600 altre procedure varie, ognuna di esse potrebbe essere potenzialmente una mina e da ciascuna di essere potrebbe derivare procedure di carattere contabile o penale. Tutto questo dovrebbe essere oggetto di una riforma di carattere nazionale’, dice Enrico Michetti, candidato sindaco a Roma per il centrodestra a Agenda su Sky tg24.

Mi metto al servizio dei cittadini e della giunta. È chiaro – afferma – che se in giunta ho dei bomber che fanno 40 gol, l’anno dopo di gol ne devono fare 50. Io sono al servizio di tutti, questo è sempre stato il mio ruolo nella vita professionale. Sceglieremo figure di altissimo profilo, siamo già partiti, il lavoro istruttorio è già cominciato. Ci sono tutti i buoni auspici per fare bene.

Sulla sicurezza puntualizza: ‘Io credo che il problema della sicurezza sia importante, in alcuni luoghi che rappresentano il biglietto da visita della città, penso alle stazioni, penso a certi quartieri che sono assediati dalla criminalità, dalla prostituzione, dallo spaccio. Ma ci sono altri problemi come il decoro urbano, i trasporti che vanno adeguati a una grande città che deve avere la dignità di una metropoli, l’igiene urbana, i rifiuti.  Questo è il compito che aspetta il prossimo sindaco’.

‘Credo che nel Lazio la campagna di vaccinazione sia stata organizzata bene. Il problema del Covid è stato all’inizio, perché non si conosceva e probabilmente, in quella fase, sono state fatte scelte poco coerenti con la gestione della pandemia. Criticare quella fase, da cittadino, io lo trovo assolutamente corretto, perché al centro c’era la vita delle persone. Quando tu dovevi decidere se tenere in vita uno piuttosto che un altro, a questo non ci sarebbe dovuti arrivare’.

Ho fatto il vaccino per mia scelta consapevole», dice il candidato sindaco, ma rispetto chiunque abbia un’opinione diversa. Non si può coattivamente iniettare una sostanza. In quella circostanza si parlava dell’obbligatorietà dei vaccini. L’articolo 32 della Costituzione ci dice che il vaccino può essere reso obbligatorio ma l’ultimo comma dell’articolo dice anche nel pieno rispetto della persona umana.

‘Adesso mettiamoci le scarpe nuove e corriamo in tutti i territori della città’, conclude così il suo intervento Enrico Michetti, dal Tempio di Adriano a Roma, dove il centrodestra ha presentato i candidati per il Campidoglio.   Al suo fianco Simonetta Matone, che non ha risparmiato frecciatine a quella sinistra che l’ha criticata perché magistrato ‘prestato’ alla politica. Io mi riconosco una dote – ha detto – l’equilibrio. E annuncia che si metterà in aspettativa come hanno fatto altri prima di lei

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