Il Trianon di Napoli ha già dato il via alle manifestazioni di omaggio a Giorgio Gaber, partendo con l’inaugurazione nel teatro della musica a Napoli della mostra Qualcuno era Giorgio Gaber. Nel 2003 la fondazione Gaber – nata per divulgare e valorizzare la figura e l’opera del signor G, in particolare con le fasce di pubblico più giovane – aveva realizzato una mostra itinerante per documentare in modo compiuto ed esauriente i quarant’anni dell’attività dell’artista: dagli esordi, agli inizi degli anni ‘60, all’immediata popolarità nazionale, alla scelta radicale e quasi autarchica del teatro, fino al successo dell’ultima attività discografica. C’è stato poi un momento teatrale con l’incontro-spettacolo Gaber se fosse Gaber, scritto e interpretato da Andrea Scanzi. In novanta minuti, il pubblico ha assistito allo scorrere di immagini e filmati ai quali si alternò l’analisi affabulatoria, coinvolgente e incalzante di Scanzi, dove Gaber restò protagonista, appassionando quel pubblico giovane che non ha potuto conoscerlo. Con un’intera giornata dedicata, si concludono al Trianon, lunedì 3 dicembre prossimo, le manifestazioni di omaggio a Giorgio Gaber. Due gli appuntamenti, entrambi a ingresso libero: alle 10, La scuola incontra Gaber e, alle 21, la serata-evento Napoli per Gaber. Al mattino Paolo Dal Bon, presidente della fondazione Gaber, e Giorgio Verdelli, direttore artistico del Trianon, con lo scrittore Maurizio De Giovanni, “gaberiano” della prima ora, animeranno un incontro con gli studenti per far conoscere da vicino questo antesignano del “politicamente scorretto”, approfondendone la figura artistica e umana. La sera, invece, si animerà un confronto a più voci di artisti napoletani, chiamati a rileggere l’opera di Gaber, declinando un messaggio capace di attraversare con disinvoltura generi e categorie, generazioni e latitudini. Introdotti da De Giovanni, si mescoleranno le voci di una Napoli che sa fare cultura: Enzo Decaro, gli Osanna, Lorenzo Hengeller, Patrizio Trampetti, Marco Francini, Giovanni Block, Nando Misuraca, Valerio Sgarra, Andrea Carotenuto, Simona Capozzi, Francesca Rondinella, Antonio Del Gaudio e Fabrizio Fierro. Con loro, Rosaria De Cicco e Alan De Luca, attori dalla spiccata sensibilità musicale.Una “nazionale” di artisti partenopei, allestita con rigore teatrale per garantire la fedeltà stilistica e sentimentale, in un omaggio popolare a Gaber “made in Naples”, ideato da Verdelli e Dal Bon. E del popolo e popolare nell’accezione più nobile è la vulgata gaberiana: semplice e insieme complessa, allegorica ma intellegibile, sfrontata eppure garbata, sempre in divenire, restando in costante sintonia con il suo tempo, e proprio per questo capace di essere trasversale, al di sopra delle parti, pur essendo per scelta e per vocazione “di parte”. “Scusate, io sono su e voi siete giù, ma è un fatto casuale, succede perché stavolta sono io che devo dirvi qualcosa”, disse rivolgendosi al suo pubblico dal palcoscenico. Per interpretare questo spirito ribelle e popolare il teatro di piazza Calenda ha scelto, quindi, di condividere con la città questo tributo, per una festa a ingresso gratuito, un “open forum” ambientato in teatro, dimensione ideale della vicenda gaberiana, al quale Napoli potrà partecipare. Perché se “libertà è partecipazione”, il teatro pieno è la testimonianza più autentica che si possa consegnare al Signor G. Bastian contrario capace di danzare, senza mai cadere, sul sottile filo tra ironia, poesia e invettiva, Gaber è un grillo parlante che ha sempre qualcosa da dire. E quel “qualcosa”, mai quanto oggi, vale la pena di rileggerlo. Questo filo lungo 800 chilometri steso tra Napoli e Milano, del resto, è tutt’altro che casuale: nell’estate del 1966, infatti, il cantautore meneghino partecipò al XIV festival della Canzone napoletana, classificandosi secondo con il brano di Alberto Testa e Giordano Bruno Martelli ‘A pizza, eseguito in coppia con Aurelio Fierro. Un episodio che non mancherà di essere raccontato.
Rosaria Palladino