La relazione della Commissione d’inchiesta sul Trivulzio. Due criticità in rilievo: assenteismo e pochi dispositivi di protezione a disposizione. Arriva la relazione sulla gestione dell’emergenza coronavirus al Trivulzio. Dal testo finale emergono due problemi: quello dell’assenteismo (che non sarebbe riconducibile al Covid) e quello della mancanza di mascherine e dispositivi di protezione individuale.
Si tratta delle prime risposte che arrivano dalla Commissione regionale di inchiesta formata per fare luce sulla gestione dell’emergenza coronavirus al Pio Albergo Trivulzio, diventato uno dei luoghi simbolici dell’emergenza sanitaria e del dramma dell’epidemia.
Tra le criticità evidenziate nella relazione c’è quella dell’assenteismo. Al Trivulzio si sono registrate molte assenze da parte del personale. E qui c’è il primo problema. Solo il nove per cento era assente per motivi legati ufficialmente al Coronavirus. Resta da fare luce sugli altri dipendenti. La seconda criticità – nota – era legata alla mancanza di dispositivi di protezione individuale. Inoltre sarebbero state adottate poche misure per la prevenzione anche dei dipendenti della struttura. Per quanto riguarda le poche mascherine a disposizione, ad una possibile sottovalutazione del rischio si aggiunge il fatto che nelle prime settimane dell’emergenza i dispositivi di protezione erano merce rara in Italia. Inoltre è bene ricordare che nelle prime settimane di emergenza, le informazioni sul coronavirus erano poche, spesso imprecise se non addirittura discordanti tra loro. A partire dalla trasmissione del virus passando per la protezione individuale, le informazioni attendibili sono arrivate solo nel corso delle settimane. La sensazione quindi è che la relazione conclusiva della Commissione regionale non abbia portato alla luce situazioni sconosciute o comunque non abbia aggravato la situazione dell’Istituto, finito al centro delle polemiche per la gestione dell’emergenza sanitaria.