L’Alabama abolisce quasi totalmente l’aborto. Il via libera del Senato riporta indietro le lancette della conquista sociale e civile di un popolo.
Il testo, trasmesso al governatore repubblicano Kay Ivy per la promulgazione, non prevede eccezioni al divieto delle interruzioni di gravidanza neppure in caso di stupro o incesto, ma soltanto in caso di rischio di vita per la donna o “anomalia letale” del feto. L’obiettivo dichiarato dei promotori della legge è ritrovarsi davanti alla Corte suprema, per convincerla a rivedere la sua storica decisione del 1973 “Roe v. Wade”, che rese legale l’aborto. La Corte suprema dall’anno scorso ha maggioranza di giudici conservatori, cinque su nove: l’ultimo incaricato è stato Brett Kavanaugh, proposto dal presidente Donald Trump e notoriamente favorevole a limitare il diritto all’aborto.
Pesanti pene per i medici che praticheranno l’aborto: i sanitari potranno essere puniti, secondo la misura, con il carcere da 10 a 99 anni. L’Unione americana per le libertà civili (Aclu) ha annunciato che ricorrerà alla giustizia per impedire l’applicazione del provvedimento.
Insorgono i Dem. “State dicendo a mia figlia: tu non conti nulla nello Stato dell’Alabama, gli uomini possono stuprarti e tu avrai questo bambino se resti incinta”, ha dichiarato Bobby Singleton, democratico al Senato locale, dopo che un emendamento con eccezioni ai limiti è stato respinto.
Gli altri Stati che hanno adottato misure simili – Kentucky e Mississippi hanno vietato la pratica da quando il battito del cuore del feto è percepibile, cioè all’incirca alla sesta settimana di gravidanza. Misure analoghe sono in itinere in Georgia, Ohio, Missouri e Tennessee. Un giudice ha bloccato l’attuazione della legge in Kentucky, mentre quella in Mississippi entrera’ in vigore a luglio.