Alan Kurdi, migranti in quattro paesi, non in Italia. Finisce dopo dieci giorni circa l’epopea dei migranti a bordo della nave Alan Kurdi, approdata a Malta dopo un primo tentativo di avvicinarsi a Lampedusa.
Le persone a bordo dell’imbarcazione dell’Ong tedesca saranno distribuiti tra quattro paesi. Non c’è l’Italia tra le nazioni di destinazione, una vittoria per Matteo Salvini che è riuscito, almeno in questa occasione, a costringere l’Europa ad assumersi la propria parte di responsabilità.
Il governo di Malta ha annunciato che i sessantaquattro migranti rimasti per undici giorni in acque internazionali a bordo della nave della Sea Eye, Ong tedesca, saranno distribuiti in quattro paesi. A farsi carico delle persone saranno Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo. Non è menzionata l’Italia che quindi non accoglierà nessuna delle persone a bordo dell’imbarcazione.
Esulta Matteo Salvini che attraverso i propri profili social ha fatto sapere di aver mantenuto la promessa fatta agli italiani. “Ottime notizie! Come promesso, nessun immigrato a bordo della nave Alan Kurdi arriverà in Italia. Verranno trasferiti in altre nazioni europee, a partire dalla Germania che è il paese di quella ong”.
A bordo della nave ci sono 62 persone, fra cui 12 donne e un bambino, tratti in salvo al largo della costa libica lo scorso tre aprile. La Germania accoglierà fino a 26 dei 62 migranti che sono stati soccorsi dalla nave tedesca Alan Kurdi e che sono stati autorizzati a sbarcare a Malta. In una nota pubblicata su Twitter, il ministero dell’Interno tedesco ha evidenziato di aver “alzato il proprio livello di accoglienza” nella circostanza.
Ora anche La Valletta fa benissimo a denunciare la pressione indebita e pericolosa delle Organizzazioni non governative”. “La vicenda della Alan Kurdi rafforza la collaborazione tra Italia e Malta contro i trafficanti di esseri umani: non possiamo essere lasciati soli a fronteggiare sbarchi e trafficanti di esseri umani – continua Matteo Salvini: ‘Ribadiamo, con forza, che le ong non sono al di sopra della legge. Noi e Malta siamo stati i primi a dirlo, e ora se ne accorgono in tutta Europa”. La Commissione Europea si dice “sollevata” per la soluzione trovata, ma “questo incidente mostra ancora una volta chiaramente che l’Unione Europea non può continuare ad affidarsi a soluzioni ad hoc”. Al contrario, “servono soluzioni prevedibili e sostenibili per far sì che gli sbarchi delle persone soccorse in mare possono avvenire sistematicamente e insicurezza in futuro”, afferma una portavoce dell’esecutivo comunitario.