E’ ancora caos allo stabilimento Alcoa di Portovesme per una nuova protesta dei lavoratori. Dopo l’assemblea convocata per le 5.30 di questa mattina, operai e sindacalisti si sono messi in marcia verso Cagliari, per bloccare gli accessi all’aeroporto. L’intenzione comune è quella di spronare le istituzione affinché si impegnino ad evitare la chiusura degli impianti. Senza un nuovo acquirente – dopo il fallimento della trattativa con i tedeschi di Aurelius si parla di contatti con la multinazionale svizzera Glencore, già proprietaria della Portovesme srl – i vertici di Alcoa hanno infatti annunciato lo stop per fine agosto. E’ corsa contro il tempo per tentare di siglare un accordo che consenta alla multinazionale statunitense di cedere lo stabilimento mantenendo gli attuali livelli occupazionali e rilanciando la filiera dell’alluminio in Italia.
“Siamo tutti molto preoccupati – spiegano i rappresentanti della Rsu Bruno Usai (Cgil) e Massimo Cara (Cisl) – Il tempo sta per scadere e le soluzioni vanno trovate rapidamente”.
A presidiare l’aeroporto siciliano, circa 130 operai che con trombette, bandiere e l’im caschetto da lavoro hanno impedito iil passaggio delle auto. Sconcertati i passeggeri che avrebbero dovuto raggiungere lo scalo per le partenze: “Ma che succede, è uno sciopero? Senza preavviso? E adesso come facciamo per il volo?”, queste gli interrogativi ricorrenti tra i viaggiatori bloccati nel trafficoDa parte loro, gli operai hanno distribuito volantini per spiegare le ragioni della protesta rilanciando l’appello al Governo e alle istituzioni regionali affinché si attivino per trovare una soluzione che scongiuri, attraverso l’ingresso di un nuovo soggetto imprenditoriale, la chiusura dello stabilimento di Portovesme. “Dobbiamo tenere alta l’attenzione sulla vertenza – spiega Daniela Piras della Uilm – Non possiamo permettere che la fabbrica si fermi, un intero territorio rischia il collasso e noi faremo di tutto per impedirlo”.