Alessandro Sallusti: ‘Vogliono indagare Arianna Meloni’

Un articolo quasi insolito, per la sua lunghezza. Ma il tema è scottante. Secondo Alessandro Sallusti, infatti, il combinato disposto di politica, giornali e procure avrebbe messo nel mirino Arianna Meloni e potrebbe indagarla per “traffico di influenze illecite”.

Il direttore del Giornale parte dalle memorie di Luca Palamara, ex capo di quel sistema politico-giudiziario che condizionò l’Italia per lungo tempo, e dal racconto che l’ex pm fece del “Sistema”: per abbattere un politico, bastano “una procura orientata, un paio di giornalisti complici e un gruppo politico che faccia da sponda”. Per Sallusti il sistema provò tempo fa “ad accerchiare Giorgia Meloni” senza riuscirsi, non avendo il premier “scheletri nell’armadio” né potendo far leva su “presunte opacità di Fratelli d’Italia”, tanto che anche le inchieste di Fanpage e PiazzaPulita, alla fine, sono finite in nulla. Il direttore però sostiene che “in questa apparentemente calma estate italiana” si stia muovendo qualcosa, con “indizi e segnali” che potrebbero presto portare ad una “tempesta giudiziaria”.

“E qui si ritorna al «metodo Palamara» e al tridente di cui sopra giornalista-partito politico-procura – scrive Sallusti – Non importa in che sequenza si muovano: a volte parte prima la magistratura supportata poi dalla stampa e dalla politica compiacente (per intenderci, il caso Toti), altre volte è l’inverso: parte la campagna stampa, segue il partito e la giustizia di sicuro arriverà a ruota”. Nel caso di Arianna Meloni, in questi giorni si sta registrando “un’attenzione oggettivamente sproporzionata”, un “lavoro di cesello, ogni giorno un tassello – confezionato a volte come «retroscena», altre come «indiscrezione», altre ancora come «fonti che chiedono l’anonimato»” per raccontare “una Arianna Meloni indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato, a piazzare amici e amiche a destra e a manca”. Per esempio? La nomina di Giuseppina Di Foggia a capo di Terna. Oppure le nomine della Rai. O ancora il cambio ai vertici di Ferrovie dello Stato con l’arrivo “di un’amica di Arianna Meloni, Sabrina De Filippis”. La diretta interessata smentisce ogni volta, ma in questo Sistema non conta.

A far rizzare le antenne a Sallusti è stata la dichiarazioni rilasciata  dalla senatrice di Italia Viva Raffaella Paita: “Arianna Meloni  era sul giornale per l’influenza sulle nomine Rai, oggi per le Ferrovie dello Stato. A questo punto mi chiedo: non potrebbero farla direttamente ministra dell’attuazione del Programma? Parentocrazia”. L’attivismo di Italia Viva su Meloni per Sallusti “lascia intendere che ci sia appunto in corso una manovra occulta, campo in cui Renzi da sempre eccelle”: “C’è qualche cosa di più torbido, che cioè si scriva con morbosa insistenza non per raccontare dei fatti, ma per provare a determinarne uno. In altre parole, e fuori da giri di parole, preparare il terreno per portare la magistratura a indagare Arianna Meloni“. Magari tirando fuori il caro vecchio “traffico di influenze illecite”, reato quasi indimostrabile ma utilissimo per mettere sotto torchio il politico di turno. Rovinandogli la carriera prima che magari un giudice archivi il tutto o assolva perché il fatto non sussiste. “Il tentativo di cucire addosso ad Arianna Meloni un ruolo che non ha per mettere in difficoltà la sorella e l’intero governo è ormai palese, mandanti ed esecutori cominciano ad avere nomi e volti – conclude Sallusti – Non conterà per ripristinare la verità, ma almeno ora si deve giocare a carte scoperte, terreno sul quale i bari perdono gran parte della loro arroganza e della loro furbizia”.

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