Alessio Deli, classe 1981, è uno dei protagonisti della mostra di riapertura del Museo di Palazzo Doebbing, “Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini” a cura di Vittorio Sgarbi, visitabile fino al 17 gennaio 2021.
“Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini” mette in “collisione esperienze artistiche lontane e diverse”: un corpus di 250 opere che copre un arco temporale dal VI secolo ad oggi e che spazia dai reperti della Fondazione Luigi Rovati alla Madonna e al Crocefisso di Giotto, dalle esperienze seicentesche di Gherardo delle Notti a quelle di Franz Ludwig Catel e di Tadeusz Kantor, per poi immergersi nelle opere di artisti contemporanei come Justin Bradshaw, Chiara Caselli, Alessio Deli, Cesare Inzerillo, Mirna Manni, Massimo Rossetti, Livio Scarpella, Guido Venanzoni, attraversando le immagini pasoliniane di Dino Pedriali.
Alessio Deli presenta dieci sculture che attualizzano il classicismo rinascimentale con la ricerca e il recupero di nuovi materiali, mostrando contemporaneamente il degrado della società contemporanea e la possibilità di un suo rinnovamento.
“Alla morte e alla storia riconsegna l’armonia della bellezza Alessio Deli.” – afferma Vittorio Sgarbi nel testo critico in catalogo – “Alla concezione classica rinascimentale, dal modello della Eleonora d’Aragona di Francesco Laurana, l’attualizzazione delle maschere antigas non aggiunge niente, non muta il destino di morte. Alessio Deli ha nostalgia di un mondo perduto, e non vorrebbe il presente cui è costretto. Anche il classicismo è una forma della morte.”
L’artista spazia, dunque, dal travertino al bronzo, alla ceramica al gesso e a nuove materie e tecnologie quali resine e materiali di recupero. Scrive Lorenzo Canova nel testo di presentazione: “Alessio Deli rivisita con maestria la grazia e la bellezza misteriosa delle donne rinascimentali scolpite da Francesco Laurana, da Verrocchio o da Jacopo della Quercia, unendo i materiali tradizionali della grande scultura alla ricerca sui nuovi materiali e sui materiali di recupero nata col Futurismo e giunta fino all’Arte Povera e oltre, in una ricerca che ha avuto il suo apice nell’opera di Alberto Burri insieme a quella di Ettore Colla, Mimmo Rotella e Jannis Kounellis.
In questo modo Deli sembra dialogare col passaggio del tempo, con lo splendore e la rovina del mondo, mettendo in evidenza il disastro ambientale fatto di scorie e di rifiuti, ma lasciando aperta la strada a una possibilità di rinnovamento.
La capacità del giovane artista, infatti, non è solo quella di lavorare con il ready-made in senso installativo, ma anche di creare un’armonia tra il polimaterismo e la sua capacità di modellare e comporre le anatomie e i volti, con una qualità formale da scultore antico che nella sua leggerezza si redime da ogni possibile accademismo evidenziando invece una finissima intensità di immaginazione e realizzazione iconica.
Così, come un fiore nato in luoghi contaminati e in rovina, la grazia lieve delle donne di Deli sboccia dal metallo arrugginito e dalla materia corrosa, metafora di una bellezza che trova sempre la sua via di rinascita: dunque, grazie alla sua abilità manuale, alla sua capacità costruttiva e alla sua visione scenica, Deli crea cicli suggestivi di sculture che compongono una sorta di denso ed elegante racconto figurativo.
Queste figure si collocano dunque come sacerdotesse ieratiche, vergini custodi di riti e di culti perduti, vestali che nella loro solennità ci pongono di fronte a enigmi inquietanti, portatrici di messaggi superiori destinati a essere interpretati come segni di misteri ultraterreni.
Oppure, probabilmente, queste dame antiche, dalle vesti al contempo pesanti e lievi, sembrano provenire da antichi cicli cavallereschi, da codici miniati o da arazzi dove giocano con unicorni in giardini di rose, da affreschi di palazzi svaniti nel nulla dove un tempo danzavano lievi e felici sulle corde di musiche celesti per tracciare incorporei percorsi esoterici.”
Alessio Deli, nato nel 1981 a Marino, nel 2004 si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Attualmente vive e lavora a Roma. Tra le principali mostre personali: 2007 “Metamorphosis”, Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino; 2009 “Ars Minor”, Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, Roma; 2009 “Sulle Strade della Multiculturalità”, Camera dei Deputati, Palazzo di Montecitorio, Roma; 2012 “Odusia”, Polo Museale S. Agostino, Cortona, e Museo dell’Agro Veientano, Palazzo Chigi, città di Formello; 2013 “Re-cycle”, RvB Arts Gallery, Roma; 2014 Antologica alla III Biennale Internazionale di Grottaglie, Taranto; 2016 “La Bellezza e la Ruggine”, Sala Santa Rita in Campitelli, Roma; 2017 “Immutabile Dea”, Galleria Gagliardi, San Gimignano, Siena; 2019 “Korai, Incipit Memoria”, Palazzo Valentini, Roma. Tra le principali esposizioni collettive: 2009 “Sursum Corda”, Galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea Roma; 2010 “Fabula”, Seconda Edizione: Museo di San Salvatore in Lauro Roma; 2011 The Affordable Art Fair (AAF): Stand – RvB Arts Milano; 2012 Biennale Internazionale di Grottaglie 2012 Taranto; 2012 Asta Bandita da Christie’s; 2012 Invitato alla 42 Edizione di Forme nel Verde, S. Quirico d’Orcia; 2012 The Affordable Art Fair (AAF): Stand – RvB Arts Roma; 2013 Arte Fiera Reggio Emilia; 2013 “Natura”, Galleria SMAC, Roma; 2013 Selezionato per la mostra “In Viaggio con Calvino”, Casa dell’Architettura, Roma; 2016 Inaugurazione Collezione Artisti Italiani, MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia), Catania; 2016 “In Vanitas Vanitatum”, Macro (Museo Arte Contemporanea Roma), Roma; 2018 “Empatia”, Triphè Gallery Roma; 2018 “M.A.N.I., Narrativa, Armonia, Narrazione, Italiana”, RvB Arts Gallery Roma. Le sue opere figurano tra numerose collezioni permanenti di musei come il MacS (Museo d’Arte Contemporanea Sicilia), Catania, il Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti, Rende, Cosenza, il MAM Museo Arte e Mestieri della Provincia di Cosenza, la Raccolta Civica d’Arte Contemporanea, Palazzo Simoni Fè, Bienno, Brescia, il Palazzo Municipale di S. Quirico d’Orcia, Siena e presso la Sede Generale TV 2000 Roma, l’Università degli Studi di Roma La Sapienza Roma, la Basilica S. Maria in Aracoeli Roma e la Nuova Chiesa S. Pietro Apostolo Cosenza. Al suo lavoro Arte Rai ha dedicato il documentario La Scultura Ecologica di Alessio Deli del 2013. |