Alfio Marchini si ‘autoincorona’ leader del centrodestra

 

‘È il tempo del coraggio per candidarci all’unica e ultima leadership possibile per il nostro Paese, ovvero rappresentare l’avanguardia nell’innovazione e sperimentazione sociale mondiale. Siamo gli unici a poterlo fare per cultura, antica tradizione democratica e destrutturazione dei tradizionali alvei politici. Qui da noi tutto nasce e muore con leggerezza, basta vedere le meteore politiche degli ultimi anni. È un limite ma anche una straordinaria opportunità per la sperimentazione democratica. È evidente come questa sia oggi la grande domanda non soddisfatta che i popoli stanno ponendo alla politica’, E’ questa ‘l’imponente’dichiarazione di Alfio Marchini, che mette da parte il suo ruolo di possibile candidato a sindaco della Capitale e sfida Renzi, autocandidandosi a futura guida del centro-destra italiano. ‘Il tema mi appassiona come elettore visto che oggi sarei tra coloro che diserterebbero le urne. Renzi è un frullato ideologico che afferma tutto e il contrario di tutto. Si professa grande amico di Israele, ma non c’è traccia di una posizione italiana prima della firma per pretendere che l’Iran rinunciasse a voler distruggere Israele. Ritorna il relativismo che porta alla fuga davanti a scelte identitarie. Lo stesso dicasi sull’immigrazione’. Oggi nell’Occidente impaurito e opulento il tema è come si coniuga conservazione e innovazione. Io voglio reagire di fronte alla distruzione in corso dello Stato e dei corpi intermedi. Solo chi ha fatto qualcosa sa quanto sia facilmente inutile distruggere o rottamare e ho orrore per l’uomo solo al comando.  Mio nonno era comunista e partigiano, credeva che la soluzione di tutto fosse un leninismo all’italiana, il Pci. Ma prima di morire ebbe il coraggio della disillusione. Oggi sicuramente non voterebbe per il Pd attuale che è tutto e niente ed è il relativismo ideologico. Un anno fa a Parigi provocai alcuni amici americani sulle presidenziali del 2016 ricordando loro la decadenza dell’Impero romano. All’inizio l’imperatore selezionava il successore cooptandolo per merito, poi subentrò il criterio di appartenenza e cominciò il declino. In America l’outsider Clinton sconfisse l’uscente Bush ed è stato l’ultimo dei grandi presidenti. Oggi la scelta è tra due dinastie, degnissime, i Bush e i Clinton. L’ascesa di Trump nei sondaggi è la risposta provocatoria di una democrazia che rivendica l’animal spirit fondativo con manifestazioni di sana democrazia. È evidente come questa sia oggi la grande domanda non soddisfatta che i popoli stanno ponendo alla politica. Serve un nuovo modello di governo della nostra comunità…

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