La stampa algerina commenta oggi la scontata vittoria del Fronte nazionale di liberazione (Fln) alle elezioni legislative del 4 maggio chiedendosi se la leadership algerina ascoltera’ il malcontento popolare emerso dalla bassa affluenza alle urne, pari solo al 37 per cento. La prima pagina del quotidiano francofono “El Watan” sottolinea la “legittimita’ troppo fragile” della nuova Assemblea nazionale del popolo, la Camera bassa del parlamento algerino. Secondo il quotidiano francofono “L’Expression”, “questa situazione seriamente di minare la credibilita’ del parlamento chiamato a prendere decisioni economiche cruciali”. Il giornale in lingua araba “El Khabar” si chiede se abbia vinto “la maggioranza all’interno di una minoranza” che si e’ recata alla urne una “minoranza all’interno della maggioranza” che non ha votato. In un editoriale, il quotidiano “Liberte” ha sottolineato che una “la maggioranza dei cittadini non e’ andata alle urne o ha votato scheda bianca”: un fatto che segnala la “poca fiducia” dei cittadini nei loro parlamentari. Il quotidiano in lingua araba “Echorouk” scrive che “i giochi in parlamento sono fatti” dal momento che “i partiti di governo hanno la maggioranza, gli altri sono solo una decorazione”.
I due partiti legati al presidente della Repubblica, Abdelaziz Bouteflika, il Fronte di liberazione nazionale (Fln) e il Raggruppamento nazionale democratico (Rnd), hanno ottenuto la maggioranza dei voti nelle consultazioni. L’Fln e’ arrivato in testa a livello nazionale, con 164 seggi ottenuti nell’Assemblea nazionale. Pur restando il partito di maggioranza, l’Fln ha perso 57 seggi rispetto ai 221 ottenuti alle legislative del 2012. L’Rnd ha registrato, invece, un incremento di 27 seggi, passando dai 70 ottenuti nel 2012 ai 97 nelle elezioni di giovedi’. Complessivamente, quindi, entrambi i partiti, vicini al presidente Bouteflika ottengono 261 seggi dei 462 dell’Assemblea nazionale algerina. I tre principali partiti di ispirazione islamista hanno ottenuto 67 seggi, imponendosi come terza forza parlamentare davanti alle formazioni di ispirazione socialista e trozkista.
Il Movimento della societa’ per la pace (Hamas, da non confondersi con il gruppo palestinese) avra’ 33 deputati in parlamento, il Fronte per il cambiamento (Taj) ne ha ottenuti 19, mentre il Movimento della rinascita (Ennahda, da non confondersi con l’omonimo partito democratico musulmano tunisino) avra’ 15 deputati che siederanno nell’Assemblea. Si tratta di un risultato moderatamente migliore rispetto a quello delle precedenti consultazioni del 2012, quando i partiti islamisti avevano ottenuto 60 seggi: il peggior risultato a partire dal primo scrutinio pluralista del 1990. Si tratta, tuttavia, di un andamento “positivo”, se si tiene conto che la maggior parte degli algerini ha un triste ricordo dei partiti di ispirazione islamica dopo l’incubo del “Decennio nero”, quando il fondamentalismo islamico e la repressione dell’esercito causarono un’ecatombe compresa fra i 150 mila e i 200 mila morti (il dato non e’ mai stato accertato).
Il dato che pero’ colpisce di piu’ e’ quello dell’affluenza alle urne. Oltre il 60 per cento degli elettori ha scelto di non votare, esito che ha un grande significato politico. Alle consultazioni di ieri, infatti, si sono recati alle urne il 38,25 per cento degli aventi diritto: un dato inferiore rispetto a quello del 2012, quando la partecipazione al voto era stata del 42,90 per cento. Il disinteresse mostrato dagli elettori nei confronti della classe politica e’ da ascrivere anche a una situazione socio-economica molto problematica, caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione e da tagli ai sussidi. L’economia algerina rimane fortemente dipendente dalle esportazioni di idrocarburi e il crollo del prezzo del greggio, combinato alle crescenti minacce di sicurezza nei paesi vicini, hanno complicato il quadro economico del paese nordafricano.