I cinque grandi equivoci del made in Italy sul web. Marca, etichette, denominazione, disciplinari e codici a barre: sui social media prevalgono le bufale alimentari. E i taroccatori del cibo fanno festa. Dopo la fiammata di nazionalismo alimentare che ha segnato il primo lockdown dell’anno scorso, sui social media c’è stato un lungo periodo di stanca. A prevalere, dall’autunno in poi, è stato soprattutto il dibattito sulle chiusure in sé, con il fronte negazionista e complottista che ha di fatto monopolizzato il contraddittorio, con un fuoco di fila di baggianate tali da far ombra ai temi rilevanti. Così la valorizzazione dei prodotti del vero Made in Italy a tavola, partita con le campagne lanciate sui social all’insegna del “Mangia italiano e aiuta chi lo produce” si è molto appannata. Marca. L’errore più frequente è sicuramente quello di identificare una marca italiana con i cibi 100% made in Italy, mentre il brand, di per sé, non garantisce assolutamente nulla, come testimonia il 75% di referenze presenti sugli scaffali dei supermercati, ottenute a partire da ingredienti importati. Codice a barre. Per mesi è rimbalzata sui social media una vera e propria bufala che rispunta ciclicamente. Dalla lettura delle prime tre cifre scritte sotto al codice a barre, secondo questa leggenda metropolitana, si potrebbe risalire all’origine del prodotto. Errato. Dop e Igp. Sulle indicazioni d’origine persiste una confusione pericolosa. Disciplinari. L’unico modo per accertare origine e caratteristiche distintive di un prodotto a denominazione come le Dop e le Igp (o l’Igt per il vino) è risalire al disciplinare che rappresenta la fonte primaria e unica della sua distintività. Tutto falso. Un’altra credenza largamente amplificata nei gruppi tematici è quella che pretende di liquidare come tutte false le dichiarazioni d’origine e le etichette dei cibi che portiamoa tavola. Naturalmente non è così e i “falsificazionisti” alimentari finiscono per fare il gioco dei furbi: se tutto è falso è inutile cercare i veri prodotti italiani, leggendo con attenzione le etichette. Un altro regalo per i taroccatori.
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