“L’aumento di capitale di Air France-Klm per Alitalia? Credo che da quest’operazione alla fine Alitalia verrebbe fortemente ridimensionata. Lavoriamo a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche: poi la ristrutturazione aziendale e la ricerca di altri partner”. Non è convinto dell’offerta di Air France il ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, così come dichiarato in un’intervista al Sole 24 Ore. Tra i temi affrontati dal ministro anche il caso Telecom: “il governo è preoccupato per gli investimenti: Telefonica ha difficoltà a realizzarli, ma noi chiediamo garanzie”. “La mia opinione è che in questa fase – ha detto – bisogna assolutamente evitare che Alitalia sia preda di acquirenti che possano avere interessi strategici diversi da quelli del nostro Paese. Non si possono avere due negozi simili, uno accanto all’altro, perché quando uno compra l’altro tenderà naturalmente a limitarne l’azione. L’Italia vuole restare uno dei grandi hub europei del trasporto intercontinentale e ciò avviene se si tutela l’azienda in quanto tale e non la si trasforma in un’ancella di un’altra società, che opera a breve distanza: Alitalia verrebbe fortemente ridimensionata. Mi preoccupa l’ipotesi che una compagnia sposti tutto l’asse del trasporto aereo centrale in Francia, con l’Italia marginalizzata”. Alla domanda se si guarda a partner extra Ue come l’Etihad, il ministro ha risposto: “Si possono trovare soluzioni alternative, ci stiamo lavorando proprio in queste ore. Il tentativo è coinvolgere il mondo bancario per provare a superare le difficoltà finanziarie di Alitalia e poi negoziare con altri partner”. Quanto a Telecom, a proposito del regolamento della ‘golden power’, Zanotato ha riferito che se ne potrà discutere al consiglio dei ministri di domani. “Aspettiamo anche che rientri il premier per consultarci di persona. Non c’è ancora un provvedimento all’ordine del giorno ma potrebbe essere discussa un’informativa per prendere determinazioni”, ha detto. Sulla possibilità che il governo valuti anche altre norme come la separazione modello Terna e Snam, il ministro ha chiarito che “tutte le ipotesi vanno prese in considerazione, comprese quelle normative. Ma c’è una complessità da considerare. Se vendo,e poi metto un vincolo, posso produrre l’effetto di ridurre il valore del bene. Dall’altro lato però, è la mia opinione, prevale l’interesse strategico nazionale: stiamo pur sempre parlando della rete attraverso cui passano tutte le informazioni del Paese. Se parliamo di un bene nazionale da salvaguardare, non vuol dire necessariamente che lo Stato deve essere proprietario, ma dobbiamo avere la certezza che l’asset è al sicuro”. “La rete – ha sottolineato – va tutelata e per questo bisogna lavorare per andare rapidamente verso lo scorporo. Telefonica non sembra un soggetto in grado di finanziarie grandi investimenti, visto che anch’essa è indifficoltà economica. Non sembra in sostanza il miglior soggetto oggi in grado di dare un contributo alla Telecom che a sua volta è in sofferenza per il debito”. Il ministro ha riferito poi che incontrerà i sindacati la prossima settimana. Un accenno anche a Finmeccanica. “Non dobbiamo vendere – ha affermato – ma trovare alleanze con soci esteri mantenendo qui le attività produttive”. Occorre stare “attenti a considerare tutte le conseguenze: è la lezione di Telecom e Alitalia per le quali oggi paghiamo effetti di scelte prese anni fa”. Infine, sul decreto per Riva Acciao non ancora varato dal governo ha detto: “Spero che venerdì, con il rientro del premier, si riesca a chiudere questa situazione”.
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