La pressione della burocrazia soffoca le Pmi del Mezzogiorno con un’intensità doppia, pari al 48,2% in più rispetto al Centro Nord. Confartigianato lancia la sfida per la riscossa delle regioni del Sud.
“Il Sud batte l’Italia – spiega Filippo Ribisi, Vice Presidente di Confartigianato con delega al Mezzogiorno – per la vitalità dei piccoli imprenditori che sono sempre più sostenibili, green, hi tech e orientati al turismo e all’export”. Il Sud conta 1.235.088 artigiani e piccole imprese (il 99,6% del totale delle aziende del Mezzogiorno) che danno lavoro a 2.860.371 addetti (l’80,5% del totale degli addetti del Mezzogiorno).
Nel Sud si concentra anche il maggior numero di imprese che investono in attività ecologiche: sono 81.597 (31,3% del totale Italia), con un aumento del 27,1% nell’ultimo anno, migliore del +25% medio nazionale. Il Sud così sorprende e, contro ogni aspettativa, diventa un esempio per le regioni situate al Nord e nel centro Italia.
“Ma sugli imprenditori meridionali – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – pesano troppi ritardi e inefficienze. È tempo di cambiare rotta per colmare i tanti gap che separano il Mezzogiorno dal resto d’Italia e valorizzare, all’insegna dell’economia sostenibile, ciò che funziona, a cominciare dalle piccole imprese”.
A livello regionale, il più alto valore dell’Indice Confartigianato della burocrazia è l’802,7 della Sicilia, seguito dal 786,5 della Calabria, dal 725,4 della Campania, dal 678,1 della Basilicata, dal 673,9 della Puglia e dal 673,3 della Sardegna.