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E’ scattato l’allarme mucca pazza a Roma, dopo che un ingegnere 62 enne è deceduto, per un caso sospetto della variante umana delle encefalopatia spongiforme, che di solito colpisce i bovini( il cosiddetto morbo della mucca pazza). L’ uomo è morto mercoledì scorso dopo un mese di ricovero in Neurologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.
Tutto era iniziato ai primi di gennaio quando l’uomo aveva accusato degli strani sintomi, come la vista sdoppiata e gravi difficoltà di memoria, recatosi subito al Pronto Soccorso, il 62enne dopo 5 giorni ha iniziato anche a manifestare i primi segni di demenza, uniti ad improvvisi attacci epilettici che ne avevano reso necessario il ricovero. I sintomi sono rapidamente peggiorati e il suo quadro clinico così grave, ha insospettito i medici del reparto di neurologia, che dopo aver esaminato l’elettroencefalogramma e la risonanza magnetica avevano cominciato subito a temere di trovarsi davanti ad una particolare variante della Sindrome della malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ). Gli esami avevano evidenziato infatti la tipica formazione di microvacuolazioni del tessuto cerebrale, che nei pazienti colpiti dal” morbo della mucca pazza” assume una struttura di tipo spugnoso a causa della progressiva perdita di neuroni imputabile ad un’alterazione di una proteina di membrana( il prione). Identificata per la prima volta nel 1996,la sindrome è una malattia neurologica rara dagli effetti devastanti, che conduce ad un progressivo deterioramento cognitivo e rapidamente alla morte, attualmente non esiste nessuna cura e si ritiene che il suo insorgere sia correlato al consumo di animali infetti dal prione dell’ encefalopatia spongiforme bovina.
Ora ci si chiede come il 62 enne possa aver contratto la malattia. I primi casi del morbo della mucca pazza infatti si sono manifestati in Inghilterra negli anni novanta ma la malattia è piuttosto rara per fortuna: in Italia, uccide 1,93 persone ogni milione di abitanti. Nel 2015 si è registrato un caso in Salento, l’anno precedente sono stati accertati altri sette. Secondo i familiari l’uomo era un gran consumatore di carne, e si era recato nel Regno Unito nella sua vita solo per pochi giorni, per cui a giudizio dei congiunti non vi è una diretta correlazione tra la malattia e il soggiorno in UK.
Il caso ha nuovamente risvegliato la paura collettiva che questa malattia incurabile possa mietere altre vittime, risollevando le polemiche sul consumo di carne bovina e sui metodi di allevamento industriale.
Intanto è prevista per lunedì, allo Spallanzani di Roma, l’autopsia del 62 enne romano.L’ esame autoptico è stato richiesto dai sanitari per fare chiarezza sulla vicenda.
Valentina Franci
