La cappa di smog che aleggia sulle nostre città sta diventando più soffocante e letale nelle periferie, dove nei quartieri meno verdi e ad alta densità di traffico e di abitanti over 65, i tassi di decessi attribuibili a biossido di azoto e polveri sottili arrivano fino al 50-60% in più rispetto alla media delle aree centrali. Sotto accusa mix smog e stili di vita peggiori, più comuni nei quartieri più periferici. Su questo tema e sui tanti studi che evidenziano il legame sempre più netto tra smog e tumori, malattie cardiovascolari, asma, depressione e alterazione dello sviluppo nel bambino anche in fase fetale, si stanno confrontando epidemiologi, pneumologi, esperti di valutazione e gestione della qualità dell’aria, rappresentanti di organizzazioni coinvolte nel ridurre l’impatto dello smog, tra cui rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riuniti a Milano fino per la conferenza RespiraMi: Recent Advances on Air Pollution and Health 2024, co-organizzata dalla Fondazione Menarini, in collaborazione con Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, e dall’Imperial College di Londra, con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Epidemiologia.
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