Un detenuto alla settimana si è tolto la vita nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. Negli ultimi due mesi otto carcerati si sono suicidati, l’ultimo oggi a Opera, Milano. Un dato allarmante che ha portato il Sappe, uno dei sindacati della polizia penitenziaria, a chiedere un aumento del personale che opera nei penitenziari. “Il personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale”, si legge in una nota. La situazione, spiega il segretario del sindacato Donato Capece, è gravissima anche perché a togliersi la vita sono anche molti operatori penitenziari. L’ultimo caso, ieri a Formia, quello di un assistente capo di polizia penitenziaria in servizio a Roma Rebibbia.
“Certo è – continua ancora Capece – che la carenza di personale di Polizia Penitenziaria e di educatori, di psicologi e di Personale medico specializzato, il sovraffollamento dei carceri italiani sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi”. “Non si può e non si deve chiedere al personale del corpo di ‘accollarsi’ la responsabilità di tracciare profili psicologici che possano eventualmente permettere di intuire l’eventuale rischio di autolesionismo da parte dei detenuti”.
Secondi i dati del Sappe i poliziotti e le poliziotte penitenziari italiani dal 2000 ad oggi sono intervenuti in carcere salvando la vita a 10mila detenuti che hanno tentato di suicidarsi ed impedendo che gli oltre 66mila atti di autolesionismo posti in essere da altrettanti ristretti potessero degenerare ed ulteriori avere gravi conseguenze.
Emblema del sovraffollamento è Poggioreale dove in una cella sono ospitati anche più di 10 detenuti. L’istituto penitenziario può ospitare 1679 detenuti, ma al suo interno sono presenti in 2686, stipati in alcuni casi in 10 nella stessa cella. Costruito nell’omonimo quartiere della zona orientale di Napoli nel 1914, in un’area fino a quel momento considerata periferica, il carcere di Poggioreale fu realizzato proprio per far fronte al sovraffollamento delle carceri in funzione all’epoca dell’inizio dei lavori, nel 1905: Vicaria, il Carcere del Carmine e del Forte di Vigliena. Dei 2.686 detenuti, 279 sono in regime alta sicurezza, 152 nel cosiddetto circuito dei protetti, 69 sono i detenuti ricoverati presso il locale centro clinico. La Casa circondariale di Poggioreale occupa una superficie complessiva di 67mila metri quadrati ed è costituita da otto padiglioni, intersecati da un lungo corridoio di raccordo. I vari reparti, nel corso degli anni, hanno preso il nome di città italiane: Napoli, Milano, Firenze, Genova, Torino, Roma, Salerno, Avellino, Livorno e Venezia. Sono stati poi creati il reparto Italia e il padiglione San Paolo, che ospita il Centro diagnostico terapeutico, l’ospedale del carcere. Con la costruzione del Centro direzionale nell’area adiacente al carcere, negli anni ’90, è stato creato un tunnel che collega la struttura direttamente al Palazzo di Giustizia, lungo quasi un chilometro.