Allarme terrorismo, generale Piccirillo: “La Fai tornerà a colpire”

Gli attacchi terroristici non sono terminati. Quella attuale sarebbe infatti solo una tregua, ma presto la Fai potrebbe tornare a farsi sentire. E’ l’allarme lanciato dal generale Giorgio Piccirillo direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna, in un’audizione in Commissione affari costituzionali alla Camera. “Dopo una fase anche se breve di minore attivismo”, ha sottolineato infatti Piccirillo- “c’è da aspettarsi una graduale ripresa dell’offensiva delle sigle Fai con attacchi a obiettivi indicati nei recenti documenti: in particolare, obiettivi greci in Italia e anche italiani in Grecia, per solidarietà con le cellule di Cospirazione di fuoco elleniche, e tutta la galassia Finmeccanica indicata in tutte le sue componenti come obiettivo fondamentale”.L’attuale “momentanea stasi è dettata da esigenze di cautela dopo l’agguato all’ad di Ansaldo Nucleare: come è prassi consolidata – ha ricordato Piccirillo – in questi casi gli appartenenti a quei gruppi mantengono un profilo molto basso, perché si aspettano la reazione investigativa e dello Stato”. Naturalmente, “l’aggressione ideologica anarchica resta finalizzata anche a forze dell’ordine, apparato giudiziario, strutture di sfruttamento delle risorse energetiche, forze armate, forniture belliche, banche, strutture di gestione e indirizzo della politica economica, enti finanziari, uffici esazione, tutto il mondo che in questo particolare momento di congiuntura economica viene ad essere privilegiato quasi alla ricerca del ‘consenso’ al dissenso da parte della popolazione”. “I circuiti di ispirazione brigatista hanno salutato con favore” l’agguato ad Adinolfi, ha sottolineato il direttore dell’Aisi: “Velleitari progetti di abbattere il sistema continuano ad animare esigui settori del marxismo leninismo rivoluzionario e le dichiarazioni rese nel corso del processo dai brigatisti arrestati nel 2007 dimostrano quale partecipazione ci sia ancora dal punto di vista ideologico”.Certi ambienti “considerano le tensioni derivanti dalla crisi una favorevole opportunita’ per rilanciare l’iniziativa combattente, ed e’ ipotizzabile che in tali ristretti ambiti trovino slancio tentativi di aggregazione delle forze residue e di reclutamento di nuove leve nel riavviare i programmi eversivi. Inoltre – ha concluso Piccirillo – potrebbero verificarsi azioni anche di non elevato spessore rivendicate da sigle inedite, finalizzate a mantenere alta la tensione e verificare l’eventuale risposta o chiamata di altre componenti propense ad intraprendere percorsi di lotta armata”.

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