Allarme Ue: Italia a rischio povertà, Imu sia progressiva

L’Italia rasenta la povertà. La crisi peggiora le condizioni di vita della popolazione del BelPaese, tanto che forti preoccupazioni sono state espresse anche dall’Unione Europea. “In Italia, con il peggiorare della crisi, c’é un rischio elevato di cadere in una enorme trappola della povertà”: una volta che una persona entra in difficoltà, è molto difficile che riesca ad uscirne”, si legge nel  Rapporto Ue 2012 su occupazione e sviluppi sociali.

“La protratta crisi economica che ha colpito l’Ue ha drammaticamente aumentato i rischi di esclusione sociale di lungo periodo”, e questi, si legge nel rapporto, “variano enormemente” tra i diversi stati membri. L’Italia, insieme a Grecia, Spagna, Malta e i paesi Baltici, fa parte del gruppo di paesi in cui “c’é un alto rischio di entrare nella povertà e basse possibilità di uscirne, con la creazione di una massiccia trappola della povertà”. E, avverte Bruxelles, “la situazione sta peggiorando dato che le prospettive attuali sono cupe” per questo gruppo di paesi.

“E’ improbabile che l’Europa vedrà molti miglioramenti socioeconomici nel 2013 a meno che non faccia maggiori progressi anche nella risoluzione credibile della crisi, trovi risorse per gli investimenti necessari e faccia funzionare l’economia reale”, avverte il commissario Ue agli affari sociali Lazslo Andor.

 

Ed in merito all’Imu, l’Ue precisa: “per essere più equa ed avere un effetto redistributivo, deve essere modificata in senso più progressivo”. Secondo il rapporto, infatti,  la vecchia Ici non aveva impatto sulle disuguaglianze e aumentava leggermente la povertà.

“L’Imu, ricorda il rapporto Ue, è stata introdotta nel 2012 a seguito di raccomandazioni sulla riduzione di un trattamento fiscale favorevole per le abitazioni e basata sull’effetto distorsivo relativamente basso delle tasse sulla proprietà e il basso tasso di evasione”. “Nella sua architettura, l’Imu, aggiunge l’Ue, “include alcuni aspetti di equità, come la deduzione di 200 euro per la prima casa, le deduzioni supplementari in caso di figli a carico, e una marcata differenziazione del tasso di imposizione tra prima e seconda casa. Ma, avverte la Commissione, “altri aspetti potrebbero essere ulteriormente migliorati in modo da aumentarne la progressività”. Per esempio, dovrebbero essere aggiornati i valori catastali degli immobili: nonostante sia già stato un passo in avanti l’aumento del 60% dei valori del reddito catastale, si tratta di un aumento proporzionale e non progressivo legato al reale valore di mercato degli immobili, e che quindi non riduce le disuguaglianze di reddito. Dovrebbero poi essere introdotte deduzioni non basate sul reddito e migliorata la definizione di residenza principale e secondaria. Sulla base di simulazioni effettuate con i dati relativi alla vecchia Ici, il rapporto Ue sottolinea che “le tasse sulla proprietà non hanno impatto sulla diseguaglianza in Estonia e in Italia, e sembrano aumentare leggermente la povertà in Italia”.

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