“Prepariamoci: se si formalizzerà l’accordo giallo-rosso i ricchi piangeranno. Gli scafisti, invece, stanno già festeggiando”. Luca Ricolfi – sociologo, insegna Analisi dei dati all’Università di Torino e presiede la fondazione David Hume – è convinto che non si tornerà al voto: “Il terrore di non essere rieletti mi pare l’unica vera bussola dei nostri parlamentari”.
Siamo di fronte a un partito, il Pd, che rappresenta i ceti medi e l’élite radical chic, e a un alleato – i 5 Stelle – che i valori della sinistra li ha rideclinati nel modo più demagogico possibile. La cultura del lavoro si è trasformata in assistenza, la domanda di giustizia in giustizialismo, l’obiettivo dello sviluppo in elogio della decrescita”.
Se Zingaretti e Di Maio superassero le divergenze, ci sarà un ulteriore aumento della pressione fiscale, soprattutto sotto forma di aumento mascherato dell’Iva e disboscamento della giungla delle agevolazioni fiscali. Il tutto condito da una patrimoniale e/o una riforma delle imposte di successione ‘per far piangere i ricchi’”.
Sui migranti i trafficanti di uomini stanno facendo un gran tifo per il governo giallo-rosso.
In caso di accordo con il M5s, il segretario dem perderà completamente il controllo del partito, perché la palla passerà ai parlamentari, che rispondono più a Renzi che a lui. Quanto a Di Maio, l’accordo con il Pd rischia di rilanciare Di Battista, che potrebbe in un primo tempo guidare l’opposizione interna al M5s, e poi – appena il governo cade – assumerne il comando.
Il premier dimissionario punta a succedere a se stesso ma in un governo “riformatore”, ossia col Pd al posto della Lega, ma il veto di Nicola Zingaretti sul suo nome resta. Al massimo, scrive ancora ‘Repubblica’, il segretario del Pd potrebbe accettare che Conte vada agli Esteri o agli Interni. Di Maio spiega ai dem che “Senza di lui, i nostri boccerebbero l’ accordo con il Pd”. Un modo, questo, per impedire a Roberto Fico di salire a Palazzo Chigi. Il vicepremier grillino sa, infatti, che fedelissimi del presidente della Camera potrebbero non votare la fiducia a un nuovo esecutivo con la Lega. E, poco importa che Fico, in serata, ricordi che il suo ruolo è quello di Presidente della Camera. Il Pd di Zingaretti, infatti, è intenzionato a lui per sparigliare le carte…