Stagione Teatrale 2017/2018
Spazio Avirex Tertulliano |
26 | 29 aprile 2018
Compagnia Coturno 15 presenta
ALKESTIS 2.1
scritto e diretto da Johannes Bramante
Con Lucia Bianchi, Alessandro Lussiana, Francesca Accardi
Sarà in scena allo Spazio Avirex Tertulliano di Milano– dal 26 al 29 aprile 2018 – ALKESTIS 2.1 scritto e diretto da Johannes Bramante. Protagonisti: Lucia Bianchi, Alessandro Lussiana, Francesca Accardi. Uno spettacolo che si ispira ad un mito che nella sua eternità resta vivo in noi. Un testo ambientato ai giorni nostri, in cui la dimensione tragica e mitologica è interiore ai protagonisti, i quali dimostrano come l’universalità del mito sia insita nell’uomo.
Un fotografo e una giovane modella. Lui tormentato da una vita senza grandi successi, lei al limite estremo dell’ultima speranza. L’incontro non è dei più felici, la rassegnazione del primo e la poca esperienza della seconda non sembrano inizialmente favorire una feconda collaborazione. Soltanto un gesto estremo e umiliante da parte di lei convincerà, alla fine del loro primo incontro, il fotografo a tentare qualche scatto. Il successo è immediato. Tuttavia come si presentano i primi traguardi, che i due taglieranno con facilità, così si presenta nella mente del fotografo una vecchia idea, un demone nascosto da anni di insuccessi: è la fotografia perfetta, quello scatto che trascenderà le copertine dei giornali e regalerà, a chi l’ha fatto, la gloria del grande artista. Il fantasma dell’ ipotetica fotografia è seducente. Molto. Troppo. Con il passare degli shooting fotografici, il corpo e la mente della giovane ambiziosa diventano per l’artista ossessivo sempre più una materia da modificare; carne e forma, nulla di più, nulla di meno. E lei accetta. È la fame di fama, l’immediato e volubile potere del denaro a facilitare alla ragazza un’umiliazione della propria persona a favore della gloria della fotografia, di se stessa. Gli scatti diventano torture. I corpi meri mezzi per uno scopo virtuale. Le parole si fanno più rade. Parla il flsh della macchina fotografica. Agisce il bisturi. Si consumano in una simbiosi malvoluta i due cercatori di fama. La mortificazione dei loro corpi soltanto alla fine si risolverà in una visione più profonda della loro condizione eternamente umana, eternamente anelante, ma sarà troppo tardi e il prezzo sarà già pagato. Non è con occhi umani che si può contemplare il proprio trasumanare.
Note di regia
Lo conosciamo, il mito. Quello della pia donna d’un remotissimo non-tempo che, per strappare il pusillanime coniuge da morte certa, si sacrifica al posto del marito. Conosciamo la tragedia. Conosciamo la commedia. Conosciamo il dibattito sulla tragedia che-non-è-una-tragedia. Insomma, conosciamo Alcesti. L’abbiamo incontrata tra i banchi d’un liceo, nel polverone d’un teatro all’aperto, nelle riflessioni di qualche filosofo nichilista. Ne conosciamo anche un altro, di mito. Siamo stati tutti sedotti dai pochi versi che Ovidio dedica alla bramosia d’amore – o d’amor di se, chi lo sa! – del giovane artista Pigmalione. L’abbiamo anche invidiato un pochino, lui che con tecnica e martello si costruisce la donna ideale e che resterà vinto dal fascino della sua stessa creazione. Questo Dorian Grey altruista della Grecia antica! Sì, in una sempre più sbiadita memoria collettiva d’un occidente colto e appassionato queste figure esistono. Vagano. Afferrano. Ogni tanto si smarriscono. Ma sempre tornano. E allora – nella tragica comicità del quotidiano – si compone la mirabile visione: personaggi e situazioni senza apparente incisività risvegliano il Mito dal suo torpore secolare. Ci troviamo nello studio di un fotografo, condannato dalla sua ambizione a una ricerca del bello e del vero solo a servizio del proprio piacere. Vediamo allora proporsi come modella una delle – tante, tantissime, infinite – fanciulle alla ricerca del sacrificio che le immolerà all’eterna bellezza sulla copertina d’un giornale. Il patto è già fatto prima che i due pallidi riflessi dei rispettivi miti suggellino qualsiasi carta. Il Fotografo-Pigmalione opererà sulla Modella-Alcesti con minuzia chirurgica per ottenere il suo premio: la fotografi perfetta, il dono degli dei che lo renderà mito immortale. D’altro canto la Modella-Alcesti lascerà frugare il proprio corpo dal Fotografo-Pigmalione per divenire la donna velata che sfida – e vince! – la morte di un corpo corruttibile per restare, velata dal proprio giovane e seducente ritratto, impressa nella memoria degli altri, poveri mortali. I personaggi non cercano il mito, è il mito a trovare i personaggi. Nel corso di un anno, a cominciare dai primi brevi e intensi incontri fio a perdersi nel vortice d’una mendace gloria, il fotografo e la modella si sfidano a vicenda. Si studiano. Si torturano. Di carne fanno marmo. Di ambizione fanno religiosa visione. Tormentati entrambi da quella “Fotografi di Alcesti” che vive soltanto nella mente del fotografo e nella speranza della modella finiranno per giungere a una conclusione molto più tremenda di qualsiasi bramosia di fama. Tremenda perché inconciliabile con qualsiasi piano o strategia elaborata da mente umana. Incontreranno, senza volerlo, una visione eterna della bellezza, un senso reale e pacifico della loro piccola esistenza quotidiana; la incontreranno però dopo aver versato sangue a favore delle Divinità del Successo e del Danaro, dopo aver modificato e mortificato violentemente il proprio corpo e il proprio cuore. E allora, senza saperlo, saranno diventati miti. Così come tutti noi da sempre non siamo altro che il pallido riflesso di una storia già raccontata migliaia di anni fa.
Johannes Bramante
Spazio Avirex Tertulliano
via Tertulliano 70 – 20137 Milano
Orari di rappresentazione: giovedì, venerdì, sabato ore 21.00 – domenica ore 16.30 – lunedì, martedì, mercoledì riposo
Informazioni e prenotazioni: 02 49472369 – 320 6874363
ORARI BIGLIETTERIA: da mercoledì a sabato: 19.30 – 21.00, domenica: 15.00 – 16.30
È sempre possibile prenotare via mail all’indirizzo: biglietteria@spazioavirextertulliano.it
La tessera associativa del Teatro Spazio Tertulliano del costo di € 1 ha durata annuale, è obbligatoria al fine di accedere a qualsiasi attività promossa o ospitata dal teatro