Grazie ad un progetto triennale in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago, in occasione del centenario della morte del compositore (2024), al Teatro dell’Opera di Roma il celebre Trittico pucciniano si scompone per rimodularsi in tre diversi dittici, uno a stagione. Il primo in programma ha visto Il Tabarro affiancato a Il Castello del Principe Barbablù di Béla Bartók, opere che debuttarono nel 1918 e che trattano temi legati all’incomunicabilità di coppia fino ad arrivare alla violenza contro le donne.
Nelle prossime stagioni Gianni Schicchi sarà eseguita con L’heure espagnole di Maurice Ravel e Suor Angelica verrà associata a Il prigioniero di Luigi Dallapiccola. Il Direttore musicale del Costanzi il Maestro Michele Mariotti in merito a questo Trittico ricomposto: “La nostra idea è stata quella di scomporlo accostandone ogni titolo a un altro che ne esalti le caratteristiche musicali e drammaturgiche salienti. Un modo per guardare il capolavoro tripartito di Puccini da un’angolazione diversa, così da farne risaltare anche la modernità di concezione musicale”.
La regia di Johannes Erath utilizza alcuni elementi comuni creando continuità visiva nella percezione scenica, così il fondale utilizzato per Il Tabarro raffigura un tetro e sognante castello chiaro riferimento all’opera di Bartók, gli scaricatori portuali sono rappresentati dalle maestranze teatrali che ritornano a riempire gli spazi tra il Principe Barbablù e la sua sposa Judith dando vita agli stati d’animo del protagonista, un personaggio buio e malvagio. L’ambientazione è industriale e astratta, con atmosfere fluttuanti che prediligono i toni freddi, la cifra stilistica di Erath risulta evidente, molti infatti gli elementi criptici che lasciano lo spettatore con la curiosità dell’approfondimento, si torna a casa con la voglia di capire meglio il messaggio che si è voluto lanciare e il desiderio di dare una interpretazione coerente ai singoli riferimenti simbolici. Preziose per lo sviluppo drammaturgico le luci di Alessandro Carletti.
Del resto come ricorda Mariotti nell’intervista rilasciata nel programma di sala: “Puccini è stato il primo compositore a rendersi conto che il melodramma, per sopravvivere, avrebbe dovuto rinnovarsi. Nei soggetti. Nel linguaggio. Nel modo di dipingere in suoni gli ambienti.” Forse proprio per questo suo pensiero non si sarebbe certo sconvolto nel vedere il suo amato tabarro scomparire fisicamente dalla scena per essere reinterpretato e restituito al pubblico con un’evocazione del suo significato simbolico.
La sera del 16 aprile il cast di entrambe le opere è stato di un livello più che ottimo. Per Il Tabarro c’erano il baritono Luca Salsi, artista internazionale di grande calibro professionale, voce tipicamente verdiana che sorprende per la sua versatilità, al debutto nel ruolo di Michele, padrone del barcone e marito di Giorgetta interpretata da Maria Agresta, il soprano di origini campane possiede una tecnica sopraffina che le permette di curare i suoni con estrema eleganza e piacevolissima la sua naturalezza interpretativa. Gregory Kunde (Luigi) dimostra come sempre di essere pienamente all’altezza del ruolo che gli viene richiesto di interpretare, tenore di rara generosità amatissimo dal pubblico romano. Interessanti le presenze vocali di Enkelejda Shkoza nei panni della Frugola e di Marco Miglietta in quelli di un Venditore di canzonette. Per Il Castello del Principe Barbablù gli interpreti sono unicamente i due protagonisti, il Principe Barbablù, l’ottimo Mikhail Petrenko e sua moglie Judit, la splendida Szilvia Vörös. Le loro voci insieme funzionano molto bene, belli i timbri e la cura delle intenzioni, entrambi attori capacissimi e scenicamente convincenti.
Alla direzione della sempre performante Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il Maestro Michele Mariotti ha confermato il suo entusiasmo per il progetto mostrando grande vitalità ed attenzione alla cura delle atmosfere. Arrivederci quindi alla prossima stagione, al prossimo dittico nell’anno del centenario per il secondo dei tre appuntamenti previsti dal TRITTICO RICOMPOSTO.
TRITTICO RICOMPOSTO
IL TABARRO / IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ
Progetto triennale in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione del centenario della morte del compositore (2024)
DIRETTORE Michele Mariotti | REGIA Johannes Erath | MAESTRO DEL CORO Ciro Visco | SCENE Katrin Connan | COSTUMI Noëlle Blancpain | VIDEO Bibi Abel | LIGHT DESIGNER Alessandro Carletti
IL TABARRO Musica di Giacomo Puccini. Opera in un atto. Libretto di Giuseppe Adami tratto da La Houppelande di Didier Gold.
Prima rappresentazione assoluta Metropolitan, New York 14 dicembre 1918. Prima rappresentazione al Teatro Costanzi 11 gennaio 1919 (prima italiana)
Personaggi e Interpreti MICHELE, PADRONE DEL BARCONE Luca Salsi / Sebastian Catana (18) | LUIGI, SCARICATORE Gregory Kunde | GIORGETTA, MOGLIE DI MICHELE Maria Agresta | IL TINCA Didier Pieri | IL TALPA Roberto Lorenzi | LA FRUGOLA, MOGLIE DEL TALPA Enkelejda Shkoza | UN VENDITORE DI CANZONETTE Marco Miglietta | DUE AMANTI Valentina Gargano* ed Eduardo Niave* (*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma).
IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ A Kékszakállú Herceg Vára Musica di Béla Bartók. Opera in un atto. Libretto Béla Balázs.
Prima rappresentazione assoluta Teatro dell’Opera di Budapest 24 maggio 1918. Prima rappresentazione al Teatro Costanzi 10 gennaio 1962 (Il castello del Duca Barbablù)
Personaggi e Interpreti JUDIT Szilvia Vörös | BARBABLÙ Mikhail Petrenko
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA. Con la partecipazione della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma. Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
Teatro dell’Opera di Roma, Piazza Beniamino Gigli, 1 – 00184 Roma Tel. 064817003 ufficio.biglietteria@operaroma.it ; www.operaroma.it.
Loredana Margheriti