Alluvione in Emilia-Romagna: Giorgia Meloni smentisce Bonaccini sulla richiesta di fondi

Bonaccini  insieme alla Schlein accusa il premier  del ritardo dei pagamenti per la ricostruzione. Al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sul salario minimo, la segretaria del Pd sviando il discorso dal salario minimo e annuncia ai giornalisti di aver fatto pressioni su Giorgia Meloni per quanto concerne i fondi per l’alluvione. Il premier non si  lascia trascinare nella polemica spiegando che sull’argomento il suo interlocutore non è Schlein ma il governatore Bonaccini al quale ha inviato una lettera in replica a quella inviata dallo stesso governatore, con la quale insisteva ancora una volta per spingere sui fondi.

‘Non bisogna cedere alla fretta ed alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità; alimentando polemiche inutili’,  ha scritto la Meloni. Nella missiva la premier ribadiva che il suo governo ha già stanziato ‘4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate; e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi dell’Esecutivo è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i privati che hanno subito danni’.

Meloni ha poi ricordato al governatore che gli è stato assegnato il ruolo di sub commissario per operare concretamente al servizio della comunità. Una sfida – scrive tra l’altro la premier – che sapremmo superare lavorando tutti nella stessa direzione. Non ho avuto modo di leggere da parte Sua alcuna parola di sostegno alle azioni messe in campo dal governo. Il Governo, nella sua azione, ha agito seguendo una strategia precisa; anche dando attuazione alle indicazioni e alle proposte avanzate da cittadini, Enti Locali, associazioni di rappresentanza, parti sociali’.  Con il primo decreto, ricorda ancora la premier, ‘si sono mobilitate risorse per quasi 1,8 miliardi; concentrandosi sulla tutela e protezione del mondo imprenditoriale e lavorativo. Al fine di garantire la tenuta del sistema produttivo e dei livelli occupazionali esistenti. Con il successivo decreto varato dal Cdm si sono allocati fondi per circa 2,7 miliardi indirizzati prioritariamente al ripristino delle reti infrastrutturali e idrogeologiche fortemente lesionate dalle conseguenze dell’alluvione. Si tratta di un impegno finanziario pari a circa 4,5 miliardi di euro che non ha in alcun modo esaurito l’azione. Lo dimostrano  nuovi provvedimenti adottati nell’ultimo Decreto uscito dal Consiglio dei Ministri del 7 agosto: tra cui i circa 150 milioni destinati alle imprese e alle aziende colpite dall’alluvione. Misure che si affiancano – prosegue la premier- a quelle assunte anche dai vari Ministeri, di concerto con il Commissario Figliuolo. Come quella, che certamente non Le sarà sfuggita, avanzata dal Ministro Fitto. Il quale nella proposta di revisione del PNRR formulata nei giorni scorsi alla Commissione Europea ha inserito anche la richiesta di destinare risorse per oltre un miliardo di euro per la ricostruzione e la tutela dei territori colpiti dall’alluvione. O come gli ulteriori 100 milioni ottenuti dal Ministro Lollobrigida grazie al cofinanziamento del fondo europeo per le emergenze dedicate alle imprese agricole colpite dagli eventi di maggio’.

Bonaccini viene smentito dalla premier su tutta la linea.

‘Stefano Bonaccini deve allinearsi. Deve dimostrarsi più realista del re, ne va del suo futuro. Ma è il primo a non credere alle sue parole’,   dice in un’intervista al Corriere della Sera Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia e viceministro alle Infrastrutture, emiliano con un passato da consigliere regionale: ‘Giorgia Meloni nella sua lettera invita a tornare al clima di condivisione della volontà di risolvere i problemi, che c’era all’inizio. E ora non c’è più. Per ragioni che non sono di merito.  A sabotare la nomina di commissario per Bonaccini è stata una parte del Pd – aggiunge Bignami – Averlo come commissario significava piegarsi a concedergli di correre per il terzo mandato da presidente. E Schlein questo non lo vuole. Così come la stessa segretaria del Pd, attraverso i sindaci suoi sostenitori che francamente se non dichiarassero ogni giorno nessuno conoscerebbe, ha identico interesse a sabotare il dialogo col governo. Bonaccini si è dovuto adeguare. Il governo ha stanziato 4 miliardi e mezzo a tempo di record. E nella sua lettera il premier scrive che ci saranno altri stanziamenti quando la Regione trasmetterà le stime. Fondi che, al contrario di quel che dice Bonaccini, sono tutti nazionali. Il commissario ha garantito che c’è capienza per tutti gli interventi previsti finora e che a settembre saranno erogati. I ritardi, casomai, sono della Regione che è indietro con i suoi adempimenti di individuazione delle aree colpite. Il presidente del Consiglio Meloni dice che non bisogna avere fretta e frenesia: significa riconoscere l’urgenza ma tenendo presente che per fare le cose bene occorre il tempo necessario. Ad esempio la Regione ha avuto fretta di chiudere l’elenco delle zone colpite dall’alluvione e il risultato è che molte aree sono rimaste escluse e il governo ora deve rimediare. Ma noi non facciamo polemica sulla pelle dei cittadini. Non vogliamo strumentalizzare l’alluvione a fini di contesa politica. Noi no. Noi vogliamo il dialogo’.

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