La premier ha evidenziato che i 10-20 milioni che saranno stanziati al Cdm “servono per garantire adesso i soccorsi”, ma servirà molto di più. “Il fondo europeo di solidarietà è uno di quelli che possono essere utilizzati” per questo. “Bisogna lavorare – ha aggiunto – sugli indennizzi e sulla ricostruzione ma questo richiede una stima completa e va fatto anche un lavoro sulla semplificazione delle procedure, questa forse ora è una delle cose più strategiche: capire dove debba stare la responsabilità, come facciamo a contare le risorse di cui disponiamo in tanti livelli istituzionali e cercare di concentrarle per spendere subito quello che possiamo spendere”. La necessità principale, come ha sottolineato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, che dopo aver parlato al telefono con Meloni ha detto di prendere sul serio il suo impegno, è agire “in tempi celeri, altrimenti questo sentimento positivo che nella tragedia si è sviluppato si trasformerà in rabbia”.
«Adesso il nostro compito è quello di garantire risposte immediate». Per affrontare le conseguenze dell’alluvione in Emilia-Romagna «il governo c’è, ci sono anche gli altri livelli istituzionali». Quando Giorgia Meloni interviene alla riunione in prefettura, a Ravenna, ha ancora negli occhi le scene di devastazione e di dolore. «Non è il momento delle passerelle – dice il premier – ho fatto 6 sopralluoghi in posti a caso. Mi sono anche commossa, e ho trovato tanta gente commossa dalla tragedia che sta vivendo, ma anche commossa di speranza».
«C’è un consiglio dei ministri convocato per martedì – sottolinea il presidente del Consiglio. Per questo la visita di domenica nelle zone colpite dall’alluvione, perché domani posso passare la giornata insieme ai ministri che sono già al lavoro e che intanto mi mandano le loro iniziative e le loro idee su tutto quello che si può fare. Ho parlato con il presidente della Regione Bonaccini, con i sindaci e la Protezione civile per capire quali possono essere le cose prioritarie».
Da Bologna arriva la promessa di Matteo Salvini per l’Emilia Romagna disastrata e piegata dall’alluvione: “Normalità in sette giorni”. Il ministro lo ha detto nel corso di un vertice in Prefettura con il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il titolare dell’Interno Matteo Piantedosi. Il ministro delle Infrastrutture ha detto la sua nella conferenza stampa conclusiva e ad una domanda sull’utilizzo dei fondi del Pnrr per i lavori di ricostruzione ha spiegato: “Se apriamo un altro dossier con l’Europa non andiamo da nessuna parte”.
“L’Italia è un Paese serio, i soldi li trova senza riaprire un dossier”. Dal canto suo il presidente della Regione Bonaccini ha spiegato che negli ultimi giorni si sono registrate “centinaia di frane”. Matteo Salvini è intervenuto ed ha precisato: “Il territorio va infrastrutturato e messo in sicurezza. Non esistono dighe di destra o sinistra e per la ricostruzione occorrerà varare delle norme di emergenza”.
Dovrebbe pensarci un Consiglio dei ministri fissato per oggi, 23 maggio. Salvini ha detto: “La mia intenzione è dare alla comunità l’idea che ci potrà essere già dai primi giorni della settimana prossima, poi ci occuperemo della conta dei danni. Questo è uno spirito unitario e costruttivo”: poi ha chiosato invitando “gli italiani a mostrare la loro solidarietà trascorrendo le vacanze in Romagna, come io faccio da molti anni”.
«Indipendentemente dal G7, dove pure c’è stata grande disponibilità e grande solidarietà, sono i molti i colleghi che mi hanno scritto in questi giorni per dire se serve qualcosa noi ci siamo, per cui nelle prossime ore cerchiamo di ottimizzare anche questa disponibilità». « Noi abbiamo – ha rivendicato la Meloni – una Protezione civile straordinaria, al G7 la presidente del Fondo monetario internazionale davanti a una serie di leader ha detto che l’Italia ha una delle Protezioni civili migliori del mondo se non la migliore del mondo».
Sulle «stime dei danni», Meloni premette: «So che i danni sono ingenti, è stata fatta una prima stima dei danni sulla viabilità, ma finché non siamo sicuri che la situazione si fermi diventa molto difficile. In ogni caso andranno mobilitate molte risorse e anche qui il governo è già al lavoro per capire quali possano e debbano essere le situazioni prioritarie da quali attingere i fondi. Nelle prossime ore chiaramente stanzieremo altre risorse che sono però per l’emergenza. Il Fondo europeo di solidarietà è uno dei fondi che possono essere utilizzati».
I primi provvedimenti? «Servono a stanziare le risorse che servono per l’emergenza – aggiunge il presidente del Consiglio – e servono a fare tutti i provvedimenti per esentare le aziende e i cittadini dal pagamento delle imposte, per rafforzare la burocrazia per quello che serve qui ma per fermare tutti gli adempimenti che le persone, le aziende non possono portare avanti. Dopo di che bisogna lavorare sugli indennizzi, sulla ricostruzione, ma questo richiede una stima completa e va fatto anche un lavoro che riguarda la semplificazione delle procedure».
Il capo del governo smorza anche le polemiche sul PNRR. «Ho sentito dire cose inesatte. Ho sentito parlare di 9 miliardi. Le risorse che il PNRR destina a questa fattispecie viaggiano intorno ai 2,5 miliardi ma in alcuni casi sono già mobilitate su progetti esistenti e vanno spese entro il 2026». Per Meloni, «in questa fase occorre lavorare su altri fondi che riguardano anche l’Europa. In ogni caso le risorse che servono saranno individuate», rassicura il presidente del Consiglio.
Sull’emergenza alluvione non c’è tempo da perdere: all’indomani del consiglio dei ministri, martedì mattina, Meloni riceverà a Palazzo Chigi il governatore dell’Emilia Romagna. «Voglio avere molta fiducia che questo rapporto ottimale che si è instaurato, purtroppo alla luce di questa tragedia, possa proseguire», dice Bonaccini dopo l’incontro col premier. «Stiamo interloquendo con le istituzioni europee perché chiederemo l’attivazione del Fondo di solidarietà che nel 2012 portò in Emilia Romagna mezzo miliardo di euro», aggiunge il presidente della Regione. In una situazione così drammatica, anche l’Europa deve fare la sua parte.