Il premier Matteo Renzi parla alla direzione nazionale del Partito Democratico. Per Renzi "l'elezione diretta (dei futuri senatori, ndr) non può sussistere", perché c'è già stata una "lettura in doppia conforme", ma si può pensare ad un meccanismo di indicazione dei senatori sul modello "della Legge regionale Tatarella del '95". Roma, 21 settembre 2015. ANSA/ FERMO IMMAGINE DA YOUDEM +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++

Alta tensione a direzione Pd. Renzi avverte Grasso e la minoranza sull’ articolo 2

E’ la giornata della resa dei conti nel Pd. Matteo Renzi vuole l’intesa con la minoranza ma avverte che non accetta veti per non stravolgere la riforma. Il premier manda un monito al presidente del Senato: ‘Se Grasso apre sull’articolo 2 saremmo davanti a un fatto inedito. La storia del golpe di palazzo va bene per i talk show ma le abbiamo fatte insieme’. Ieri Pier Luigi Bersani aveva detto che all’intesa basta un millimetro ma non partecipa alla riunione perchè è previsto il suo intervento alla chiusura della Festa del Pd di Modena. Il presidente Dem Matteo Orfini ha fatto sapere che alle 19 si voterà. Nel suo intervento Matteo Renzi difende la buona scuola e il jobs act e va all’attacco di Matteo Salvini: ‘Cambia idea continuamente, è un surfista dell’istante. Dopo aver detto in 16 trasmissioni tv, interrompendo l’interlocutore, ‘prenditi tu il profugo’, recentemente Salvini, ad Agorà Estate, si è detto pronto ad ospitarlo a casa sua. Basta che cambi il clima e si cambia idea. Sono i surfisti dell’istante, che non si ricordano cosa hanno detto e cavalcano la risposta del momento’. L’elezione diretta dei futuri senatori non può sussistere perché c’è già stata una lettura in doppia conforme, ma si può pensare ad un meccanismo di indicazione dei senatori sul modello della Legge regionale Tatarella del ’95. Se il presidente del Senato Pietro Grasso dovesse aprire a modifiche all’art.2 si dovrebbero convocare Camera e Senato perché saremmo davanti ad un fatto inedito. Il passaggio delle riforme nasce in questa stanza. Il primo patto del Nazareno lo abbiamo fatto al nostro interno, quando prendendo atto della situazione del governo precedente abbiamo deciso di cambiare passo. Siamo a un passo dal traguardo chiunque decida di interrompere questo percorso lo deve dire motivando le sue ragioni. La svolta su questa legislatura è stata quando abbiamo scelto di fare le riforme con una mossa che sembrava ardita. Renzi paragona il Pd alla squadra giapponese di rugby che ieri si è scontrata contro il Sudafrica: ‘I giapponesi a sorpresa sono andati a punto provando il tutto per tutto. Una cosa che sembrava impossibile è stata realizzata, come sembravano impossibili un anno e mezzo fa le riforme fatte’. Le scissioni funzionano molto come minaccia, un pò meno nel passaggio elettorale. ‘Chi di scissioni ferisce, di scissioni perisce’, così il premier allude all’esito elettorale del movimento di Varoufakis alle elezioni greche. Sugli effetti delle riforme del governo io ho un quadro che non è quello trionfalistico tracciato da Renzi, e vorrei che non si raccontassero storie trionfali che rischiano di non reggere l’impatto con la realtà,   dice il bersaniano Alfredo D’Attorre, che replica in direzione all’analisi del premier sulla ripartenza del Paese: ‘C’è un po’ di ripresa ma tutte le analisi parlano del contributo di fattori esterni. È chiaro che indosso i soliti panni del gufo, ma è per fare una discussione sul piano della realtà, per recuperare la rotta condivisa del centrosinistra e aggredire le grandi emergenza’.   Per questo il deputato Pd chiede che la legge di stabilità sia il vero crocevia per trovare una condivisione nel partito dopo gli strappi su lavoro e scuola, mettendo al centro misure per chi è rimasto indietro, l’intervento sulle pensioni che per essere vero non può essere a costo zero, i soldi per gli esodati. ‘Nel Def i dati della crescita sono stati rivisti al rialzo dimostrando una doppia verità, visto che eravamo stati fin troppo prudenti sulla ripresa, e le riforme servono’, così Renzi contesta la lettura per cui l’Italia si è ripresa non per le riforme fatte, ma per le condizioni internazionali, dalla parità euro-dollaro al calo dl prezzo del petrolio. Le menzogne hanno gambe corte anche perché sull’export, a parità di condizioni positive, a luglio l’Italia è il primo paese Ue per l’export.  Sulle pensioni condivido la linea di Padoan perchè i conti pensionistici non si toccano, non andiamo ad intervenire mettendo la voce più sui costi delle pensioni. Ma se esiste la possibilità, e stiamo studiando il modo, per cui in cambio di un accordo si può consentire la flessibilità è un gesto di buon senso e buona volontà. ‘Quando si discutono le regole della rappresentanza e della democrazia, quando in gioco c’è il destino della Costituzione, ciascuno di noi deve sapere che nella posizione dell’altro non vi è una logica strumentale’, afferma Cuperlo, per il quale il traguardo si può tagliare se ciascuno rinuncia a qualcosa, a partire dalla logica di una battaglia puramente numerica e dalla tentazione di esibire uno scalpo che non c’entra col merito della riforma. La soluzione prospettata da Vannino Chiti, ha aggiunto. va nella direzione giusta. Assume la legittimità dell’indicazione degli elettori, ma lascia ai Consigli Regionali la ratifica degli eletti. Su questa base possiamo trasmettere all’esterno un’immagine di unità.  Devo esprimere amarezza per il voto del Senato della settimana scorsa sulle frasi di Roberto Calderoli, ha detto l’eurodeputata Cecile Kyenge: ‘Mi sarei aspettata e mi aspetto che il mio partito abbia una presa di posizione sul voto, stante la totale incoerenza tra le parole e i fatti. Non è una questione personale ma questo voto è stato un grave errore e uno schiaffo ai nostri valori e la risposta è il silenzio.Io domando se sarebbe sufficiente per un cittadino comune chiedere scusa o pentirsi per non andare a processo? Aspetto una risposta. La mediazione tra gli ‘sherpa’ è in corso, al momento però non c’è ancora un vero e proprio accordo. Bersani auspica che oggi Renzi dia mandato ai senatori di risolvere la `querelle´. ‘La soluzione si trova senza prevaricazioni’, dice Alfredo D’Attorre , e la direzione non è più un luogo di confronto. Io credo nei lavori parlamentari, piuttosto. La minoranza potrebbe non partecipare al voto sul documento sulle riforme e continuare poi a trattare nel merito. Ma il premier oggi ribadirà che è finito il tempo delle mediazioni e che occorre decidere. Legando la partita sul pacchetto costituzionale anche a quella sulla legge di stabilità. 

Cocis

 

 

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