Alta tensione in Liguria per formare e presentare le liste elettorali

Domenica 27 e lunedì 28 ottobre saranno 1.348.601 gli elettori liguri chiamati alle urne per eleggere il presidente della Regione Liguria insieme ai 30 componenti dell’assemblea legislativa. Sul totale degli aventi diritto, 653.064 sono gli elettori della Città metropolitana di Genova, 161.132 quelli della Provincia di Imperia, 170.806 quelli della Provincia della Spezia, 216.985 quelli della Provincia di Savona e 146.614 quelli all’estero.

In questa tornata elettorale Regione Liguria sarà l’unica realtà ad andare al voto: l’ente ha quindi stipulato un accordo con il Ministero dell’Interno per la concessione della piattaforma Siel (Sistema informativo elettorale) per la diffusione dei dati elettorali.

Gli elettori affetti da gravi infermità, impossibilitati ad allontanarsi dalla propria abitazione, che risiedono nel territorio della regione, possono votare a domicilio.

La richiesta (contenente la dichiarazione di esprimere il voto presso la propria dimora, l’indirizzo dell’abitazione e un recapito telefonico) deve pervenire entro il 7 ottobre 2024 al sindaco del proprio Comune di residenza e deve essere corredata da: una copia della tessera elettorale; un certificato medico della Asl.

Voto assistito

Gli elettori fisicamente impediti (non vedenti, amputati delle mani o affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità) hanno diritto all’assistenza di un accompagnatore di fiducia per esprimere il proprio voto. L’elettore sarà ammesso al voto con l’aiuto dell’accompagnatore di fiducia nei seguenti casi: quando si presenta al seggio con la tessera elettorale sulla quale è apposta l’annotazione permanente del diritto al voto assistito; quando l’impedimento fisico sia evidente; quando l’elettore è in possesso del libretto nominativo di pensione di invalidità civile; quando esibisca l’apposito certificato medico rilasciato dalla Asl.

Oggi, a mezzogiorno, a Genova è il giorno della presentazione delle liste,  tra giri  di candidature e sigle,  candidati passati in extremis da un partito all’altro,  dai partiti alle liste civiche, comunicati con lanci di accuse  sui candidati degli altri.

Citiamo  il caso delle due liste centriste a sostegno di Andrea Orlando: dopo settimane di trattative per farne una sola modello “terzo polo” si è scelta invece la strada della separazione, ma il bacino elettorale è praticamente lo stesso. In questa vicenda   tiene banco il passaggio di Giovanni Stagnaro, ex coordinatore provinciale di Azione, dal partito di Carlo Calenda alla lista dei renziani. In Azione non l’hanno presa bene e contestano la motivazione del sindaco di Casarza: «Mi candido nel progetto più aggregante e unitario delle forze riformiste, la lista Riformisti uniti per la Liguria per Orlando presidente. Mi sono dimesso da Azione perché non ho condiviso la scelta di non mettere insieme tutte le istanze riformiste. Da sindaco porterò avanti i valori del riformismo con la concretezza che mi ha contraddistinto sempre nel ruolo di amministratore a servizio della mia comunità», dice Stagnaro. «Scelta sorprendente visto che si è sempre espresso a favore delle decisioni prese da segreteria e direttivo regionale», replica il partito di Cristina Lodi. «Precisiamo ancora una volta che non è vero che Azione ha impedito di fare l’unica lista dei riformisti. Anzi Azione ha invitato, ancora ieri, tutti i partiti che hanno agibilità politica a mettere il proprio simbolo in un’unica formazione». Evidente il riferimento al veto sul simbolo di IV pendente nella coalizione. Ma per i renziani, che a Genova hanno perso qualche pezzo, si tratta di un bel colpo per rendere più competitiva la lista.

Anche a sostegno di Marco Bucci la necessità di allestire in due settimane due liste civiche ha creato più di un malumore nei partiti alleati. Il segretario cittadino del circolo di Imperia di FdI, Giossi Massa, è stato sospeso a tempo indeterminato dal partito, che ha commissariato la sezione, dopo la sua decisione di candidarsi nella lista civica di Marco Bucci. Ricoprirà la carica a interim il senatore Gianni Berrino, sino alla data del congresso che si terrà entro la fine dell’anno. «Sono stato segretario cittadino per circa tre anni e mezzo, senza essere stato mai preso in considerazione», lamenta l’ex segretario: «A quel punto sono stato contattato dalla segreteria di Bucci, che mi chiedeva la disponibilità. Certo che ho piacere: faccio parte del centrodestra e non ostacolo i partiti».

Ci sono poi le scorie della maxi inchiesta. Il Pd a Genova ha deciso di puntare sul segretario Simone D’Angelo come capolista, su indicazione della stessa Elly Schlein, che ritiene la candidatura del capogruppo in Comune quella più rappresentativa dell’opposizione a Bucci. Ma questa volta i veleni arrivano dai ‘voti amici’ della stessa coalizione: Nicola Morra, candidato di “Uniti per la Costituzione”, ha inviato un comunicato in cui si definisce la candidatura di D’Angelo un esempio «della stessa identica medaglia corruttiva e oligarchica che stringe la Liguria in una morsa mortale». Secondo Morra D’Angelo dovrebbe essere motivo di imbarazzo del Pd perché lavora in una delle società (Santa Barbara, ndr) di cui è azionista di maggioranza Mauro Vianello, l’imprenditore accusato di avere corrotto Paolo Emilio Signorini. Il Pd ha annunciato un’azione legale nei confronti di Morra: «Alle falsità sul Pd e sui suoi candidati, non può esserci una risposta politica, ma solo quella legale – attacca il segretario regionale Davide Natale. Per tutelare l’immagine del partito daremo mandato ai nostri avvocati di sporgere querela». Il capogruppo di Uniti per la Costituzione a Tursi, Mattia Crucioli, ha attaccato i dem anche per il passaggio del presidente del porto della Spezia Mario Sommariva (vicino al centrosinistra) alla guida del gruppo Spinelli.

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