Il direttore responsabile Andrea Viscardi

Amaro risveglio per il Premier

di Andrea Viscardi

Fino a qualche giorno fa, sembrava che i pericoli per il Governo venissero dai partiti e dal loro crescente nervosismo dovuto alla loro quasi totale estromissione dalla guida del Paese e dalla perdita di fiducia nei loro confronti da parte dei cittadini. Ora invece il Governo si trova a fare i conti con un paese allo stremo ed arrabbiato, che presenta il suo conto con modalità e tempi che nessuno riesce, per il momento, a prevedere. L’onda della protesta proviene da tre fronti diversi, per ora ancora distanti tra di loro. Il primo è a destra. Il verdetto delle amministrative per PDL e Lega è stato più duro del previsto; per questi due partiti è iniziata la lotta per la sopravvivenza. Forse la Lega riuscirà a conservare quello spazio territoriale dove ha ancora risorse e fedeltà, a condizione che Bossi si faccia da parte. Ma l’odio che per anni, pur sedendo tra i banchi del governo, ha seminato contro la classe politica romana non scomparirà. Anzi ha creato un terreno di cultura ideale per alimentare e dar vita ad una destra eversiva che è pronta a ricevere frange ormai orfane del berlusconismo e dei suoi sogni di una vita facile ed arricchimenti rapidi. Oggi invece questa gente si vede crollare il mondo addosso con l’arrivo di Monti e dell’Equitalia. Contrariamente a questa destra in incubazione, a sinistra è già nato e diventato una realtà l’altro fronte, rappresentato dal movimento di Beppe Grillo. Il comico ha saputo coniugare il vecchio con il nuovo. Antico è la personalizzazione del movimento, nuovo è il suo modo di comunicare attraverso internet, che gli permette di parlare a tutti in tempi rapidi senza tanti fronzoli. Infine c’è un terzo fronte rappresentato dal pericolo di questo nuovo terrorismo che ad oggi riesce difficile decifrare, che si muove, almeno così sembra, senza logiche di organizzazione, ma con legami internazionali uniti da un sottile filo ideologico, quello di colpire l’intero sistema  politico internazionale,soprattutto occidentale. In Italia, in particolar modo, dove si sta assistendo ad un vero e proprio cambio di regime, molto più radicale di quello che provocò tangentopoli nel 92, il pericolo del terrorismo può insinuarsi rapidamente tra il malcontento della gente e soprattutto dei giovani che vedono davanti a loro un futuro senza speranze ed irto di difficoltà. Fino ad oggi, questi tre fronti sembrano non essere tra loro in sintonia, ma basta una scintilla per far scoppiare un incendio che sarà duro domare in breve tempo ed in Italia ne sappiamo qualcosa.

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