epa08739404 US President Donald J. Trump speaks during his Make America Great Again campaign rally at the Sanford International Airport in Sanford, Florida, USA, 12 October 2020. EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH

America 2020: vaccino e no lockdown

In America il coronavirus e l’incubo dei lockdown tornano al centro della scena. Donald Trump non parla del voto, ma del vaccino alle porte, rivendicando l’efficacia dell’operazione Warp Speed che “in tempi mai visti prima” ha raggiunto il suo scopo. “Questa amministrazione non arriverà al lockdown.  Auspicabilmente la, la”, tentenna Trump, “qualunque cosa succeda in futuro, chissà quale amministrazione ci sarà, immagino sarà il tempo a dirlo, ma io posso dirvi che questa amministrazione non farà il lockdown”.

I contagi giornalieri negli States hanno superato quota 160.000  con oltre 900 morti nelle ultime 24 ore. In 37 Stati, l’epidemia macina nuovi record. A New York si torna alla didattica a distanza, in molti comuni dell’Illinois, compresa Chicago, scatta l’ordine di “stare a casa”.  Anche in Ohio, dove i casi sono schizzati del 265%, il governatore (repubblicano) Mike DeWine, minaccia la chiusura di bar, ristoranti e palestre se continuerà questo trend. Stessa situazione nello Stato di Washington e nel Rhode Island.

Con Trump si schiera un improbabile alleato, l’immunologo da lui più bistrattato, Anthony Fauci, avvertendo che le chiusure devono rappresentare l’ultima spiaggia. E se un membro della task force sul Covid appena creata da Biden indica l’esigenza di una lockdown di 4-6 settimane, l’advisor Celine Gounder nega che questa sia la posizione prevalente nel panel di esperti, propenso invece a chiusure selettive.

“Entro aprile il vaccino sarà disponibile per l’intera popolazione con l’eccezione di posti come lo Stato New York dove, per ragioni politiche, il governatore ha deciso di voler prendere tempo sul vaccino. Non si fida di chi ha prodotto il vaccino”, dichiara Trump. Nel mirino c’è Andrew Cuomo che ha bollato come “difettosa” la tempistica prevista dalla Casa Bianca per la distribuzione dell’antidoto. Subito dopo l’intervento del comandante in capo, Biden ha diffuso un comunicato esortando gli americani a rispettare il distanziamento sociale e ad indossare le mascherine: “Questa crisi richiede una robusta ed immediata risposta federale che è sfortunatamente mancata. Io sono il presidente eletto ma non sarò presidente fino al prossimo anno”.

Nel paese in bilico tra libertà e restrizioni, piomba il monito del giudice della Corte Suprema Samuel Alito. Parla di “limitazioni prima inimmaginabili” per le libertà personali. Nominato dall’ex presidente George W. Bush nel 2006, Alito, 70 anni, ritiene che le restrizioni imposte per via del coronavirus, comunque la si veda, non debbano assolutamente restare in piedi quando la pandemia sarà passata. Per Alito, “i giudici impegnati per lo stato di diritto hanno un dovere preciso: non fare compromessi sui principi e non razionalizzare ogni allontanamento rispetto a quello che sono chiamati a fare”. Citando il padre degli originalisti, il giudice italo americano Antonin Scalia, scomparso nel 2016, Alito sottolinea come il Covid abbia fatto emergere alcune falle costituzionali, ma come la Corte Suprema negli ultimi 15 anni abbia fatto “un buon lavoro nel proteggere la libertà di parola e di religione nonché “la struttura del governo creata dalla Costituzione”. La conclusione del giudice è che la difesa della Costituzione e delle libertà individuali sia la prossima sfida degli americani.

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