FIRENZE. Federico Fiorentini, il fidanzato di Asley Olsen, la ragazza americana trovata strangolata sabato scorso, è stato a lungo ascoltato dagli investigatori e dal Pm e il suo alibi parrebbe reggere. Il suo racconto è stato infatti ritenuto lineare e alcune testimonianze e altri riscontri hanno confermato la sua versione dei fatti. Fiorentini aveva detto di trovarsi altrove, nel lasso di tempo in cui si ipotizza sia avvenuto l’omicidio. “Ho provato a salvarla – ha raccontato il 42enne, una volta arrivato a casa della Olsen- l’ho vista sul letto e l’ho sollevata, portandola al centro della stanza. Poi le ho fatto la respirazione bocca a bocca”. Il fidanzato ha raccontato anche di aver chiesto alla proprietaria della casa di portargli le chiavi e di andare con lui a vedere cosa fosse accaduto. La Procura, diretta da Giuseppe Creazzo, ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti. Per gli inquirenti, dunque, si fa sempre più strada l’ipotesi dell’omicidio di impeto, scaturito, forse, da un’improvvisa lite. Al momento non ci sarebbero indagati.
Una svolta nel caso potrebbe arrivare, però, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, installate nel quartiere di Santo Spirito. Grazie alle riprese, gli inquirenti potrebbero individuare chi è entrato all’interno dell’appartamento della 35enne statunitense. Sembra, infatti, che sia stata proprio la giovane a far entrare in casa l’assassino. Ciò è anche confermato dal fatto che sulla porta non ci sono segni di effrazione. Si è escluso quindi sin da subito la rapina come movente dello strangolamento.
Da fonti investigative si è appreso che non risultano né segnalazioni né denunce di stalking da parte di Ashley, nonostante la ragazza, forse per scherzo, avesse scritto giorni fa “ho uno stalker”. Elementi importanti gli investigatori attendono dall’esito dell’autopsia, anche per capire se c’è stata violenza sessuale prima dell’assassinio. Si farà anche la ricerca del Dna, perché tracce di pelle sarebbero state trovate sotto le unghie della donna, forse segni della lotta con chi l’ha strangolata. L’autopsia, in corso all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Careggi, dovrà accertare anche l’orario preciso del decesso. Intanto sul portone del piccolo appartamento di via Santa Monica, dove Ashley viveva con il suo inseparabile cane beagle, sono stati lasciati bigliettini e fiori.