C.L., siracusano, dopo aver lavorato per anni nella natia Sicilia, nella ditta Celene di Priolo Gargallo, e in altri siti contaminati da fibre di amianto poi, trasferito a Roma, ha lavorato come impiegato in un immobile con amianto: l’esito era scontato, una condanna a morte per mesotelioma, nel braccio della morte da innocente, vittima incolpevole e inconsapevole.
C.L. si è rivolto all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, affrontando con dignità e coraggio la malattia fino alla morte, il 15 luglio 2015. Nel corso della sua malattia C.L. aveva presentato la domanda all’Inail, che però aveva rigettato la richiesta.
Ha presentato un esposto e il Tribunale di Roma, con una consulenza medico legale, svolta in contraddittorio anche con i medici dell’Inail, e con i medici nominati da Bonanni, ha accertato che C.L. è deceduto per amianto (mesotelioma) e che tale patologia era riconducibile all’esposizione lavorativa alle polveri e fibre nello stabilimento Celene di Priolo Gargallo.
L’Inail però si è opposta ancora al riconoscimento della rendita, chiedendo al Giudice del lavoro del Tribunale di Roma di rigettare la domanda di accredito della rendita che, nel frattempo, era stata proseguita dagli eredi perché il Sig. C.L. è deceduto.
Il Tribunale di Roma ha accolto le tesi dell’Inail. Niente rendita per il lavoratore deceduto.
“Ha ragione l’INAIL: il mesotelioma non è provocato dall’amianto e comunque sia non ci sarebbe la prova che l’amianto abbia provocato il mesotelioma del Sig. C.L.”.
Questa la sintesi della sentenza del Tribunale di Roma.
La Corte di Appello per ora ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Roma e accolto le tesi dell’avvocato Bonanni e pertanto “in riforma dell’impugnata sentenza, accertata l’origine professionale del mesotelioma di cui era affetto il de cuius dichiara il diritto di L.C. … alla costituzione della rendita per malattia professionale con il grado invalidante del 100%”, si legge nella sentenza.
‘Giustizia è fatta. Abbiamo dimostrato che l’Inailha sbagliato e continua a sbagliare nel negare il riconoscimento del diritto alla rendita dei lavoratori vittima di mesotelioma. Non comprendo le ragioni per le quali l’Inail si ostina a negare la riconducibilità del mesotelioma all’amianto, e a negare anche l’evidenza. Per questo motivo, come Presidente dell’Ona, preannuncio che l’associazione chiederà un intervento del Presidente della Repubblica e di tutte le Autorità competenti affinché si chiariscano le ragioni per le quali sussistono tutte queste difficoltà per le vittime dell’amianto per ottenere il riconoscimento dei loro diritti, una particolare ostinazione nei confronti di coloro che hanno il mesotelioma” ha sottolineato Bonanni.