Lo aveva detto l’On.le Davide Faraone, sottosegretario al Ministero della Salute: “Riceverò le vittime dell’amianto”. Non avrebbe potuto fare altro perché era in visita ad Augusta che fa parte del c.d. triangolo della morte: Gela, Ragusa e Siracusa/Augusta, così lo ha definito Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) di fronte ai dati epidemiologici e anche alla statica ignavia degli organi della
Regione Siciliana, ancora al palo nell’applicazione della Legge n. 10/2014. “Non possiamo più tollerare questo stato di assenza di bonifiche dei luoghi di vita e di lavoro, così come la staticità delle istituzioni, in particolare della Regione Sicilia e l’assenza di sorveglianza sanitaria e di istituzione del polo di riferimento per le patologie asbesto correlate presso l’ospedale di Augusta. Spero che la politica nazionale intervenga, altrimenti ci vedremo nostro malgrado costretti ad altre azioni giudiziarie, quando invece vorremmo navigare e remare tutti insieme per tutelare l’ambiente e la salute con le bonifiche, con un migliore sistema sanitario e con degli enti previdenziali come l’INPS e l’INAIL non ostili con i lavoratori esposti e vittime dell’amianto, che ancora da tempo attendono il giusto prepensionamento e il giusto risarcimento, in Sicilia come nel resto d’Italia”, ha sottolineato Bonanni.
La piattaforma propositiva dell’Ona sarà la seguente:
Istituzione della sorveglianza sanitaria su tutto il territorio nazionale;
Immediata applicazione delle norme sul prepensionamento immediato dei lavoratori malati per effetto dell’art. 1, comma 250, L. 232/16;
Immediata applicazione, in via amministrativa, delle norme sull’aumento delle contribuzioni per i lavoratori esposti in base all’art. 13 comma 8 L. 257/92, senza che sia necessaria l’azione giudiziaria;
Riconoscimento immediato delle rendite in favore dei lavoratori ammalati per amianto, senza la necessità di lunghe e costose azioni giudiziarie;
Punizione di tutti coloro che hanno esposto i lavoratori all’amianto e agli altri cancerogeni provocando le patologie, con l’abolizione della prescrizione dei reati commessi con violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro;
Incremento del Fondo Vittime Amianto.
I numeri della strage in Italia
Seimila decessi per patologie asbesto correlate. Infatti ai più 1500 decessi a causa del mesotelioma, vanno aggiunti almeno 3000 decessi in seguito a tumori polmonari causati dall’amianto, e a questa drammatica contabilità debbono essere poi aggiunte tutte le altre patologie, che portano l’Associazione a tale stima.
I numeri della strage in Sicilia.
La Sicilia ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane in quanto l’Ona ha censito 947 mesoteliomi, per il periodo che va dal 2000 al 2011, per una media che nell’ultimo periodo sfiora i 100 casi per ogni anno. Poiché il mesotelioma è il “tumore sentinella” e poiché i decessi per tumore polmonare sono almeno il doppio – quindi 200 decessi solo per tale patologia – si stima che questa macabra contabilità porti già a 300 vite umane spezzate a cui vanno ad aggiungersi tutti gli ulteriori decessi causati dalle altre patologie asbesto correlate come tumore alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e ovaio, per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari.
Per cui l’Osservatorio Nazionale Amianto calcola in più di 600 i decessi per patologie asbesto correlate alla sola Sicilia nel 2016.