L’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) ha censito circa 150 decessi per mesoteliomi, cancro polmonare da amianto, asbestosi, e altre patologie asbesto correlate.
Il censimento dell’Ona è stato confermato nel corso dei lavori dell’incontro ‘Amianto nel terzo millennio’, che si è svolto lo scorso 27 ottobre, presso il foyer della Galleria Commerciale Sedicicasa di Volla, in presenza di circa 300 cittadini, tra cui anche giovani, studenti, lavoratori, Forze dell’Ordine e insigni relatori (Dott. Gennaro Del Franco, Direttore Dipartimento Prevenzione ASL NA 3 Sud, Dott. Alfonso Cirillo, Resp. Serv. Igiene e Medicina del Lavoro ASL NA 3 Sud, Dott. Pasquale Patriciello, Direttore U.O.C. Pneumologia, Ospedali Riuniti Area Nolana, Dott. Sabato Esposito, Direttore U.O.C. Radiologia, Ospedali Riuniti Area Nolana, Dott. Ennio Savino, Primario Medico Legale INAIL Castellammare-Nola, Dott. Attilio Orio, Direttore Sede Territoriale INAIL Castellammare-Nola, Dott. Giuseppe Visone, Sostituto Procuratore – Procura di Napoli, Dott. Raffaele Topo, Presidente Commissione Sanità – Regione Campania, Avv. Ezio Bonanni, Presidente Nazionale ONA), moderati dal Dott Angelo Guadagno, Coordinatore ONA Volla.
A confronto i diversi punti di vista. Quello dell’Inail, che sostiene di aver applicato correttamente la normativa in materia di amianto e quello del presidente dell’Ona Ezio Bonanni, che invece ha fatto riferimento alle numerose cause che i cittadini e lavoratori, vedove e orfani delle vittime dell’amianto, hanno dovuto intraprendere (dai cantieri di Castellammare di Stabia, fino all’ex Sacelit, dai rotabili ferroviari alle aziende metalmeccaniche, per finire all’eternit di Napoli Bagnoli).
Giuseppe Visone, Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli, ha gettato sul tappeto tre linee di azione: agire con inasprimento delle pene, anche per i reati di pericolo (quelli cioè che si configurano anche senza la lesione del bene salute, ambiente, etc.); reprimere il traffico dei rifiuti, dove si annida la criminalità e quindi anche quella legata al rifiuto amianto; maggiori investimenti in materia di sicurezza ambientale e bonifica.
Queste direttrici sono state condivise da Bonanni nel suo intervento di chiusura dei lavori.
“Nel caso Volla, abbiamo dovuto prendere atto di una epidemia di patologie asbesto correlate (mesotelioma, cancro polmonare da amianto, asbestosi e altre malattie da amianto) già in corso, e fortunatamente la Regione Campania e le AASSLL competenti hanno fatto un vero salto di qualità in tema di sorveglianza sanitaria, sottoponendo tutti i lavoratori a screening e ciò ha permesso la diagnosi precoce, le terapie e cure, e questo ha diminuito l’impatto dell’uso dell’amianto, in particolare per i lavoratori dell’ex Sacelit. Chiediamo che ci sia maggiore attenzione da parte dell’INAIL nel riconoscere immediatamente e tempestivamente i diritti delle vittime e dei familiari e di accreditare le rendite e di rilasciare le certificazioni di esposizione ad amianto per il prepensionamento, e per avere più forza nelle cause civili e penali per il risarcimento dei danni e la punizione dei colpevoli.
Tanto ancora c’è da fare. Soprattutto, si chiede alle istituzioni preposte una maggior tutela per le vittime da amianto e controlli più capillari verso quei territori e quelle aziende che ne hanno fatto uso. L’Ona, con le sue sedi sparse sul territorio nazionale, continuerà la sua battaglia per i diritti delle vittime da amianto e dei loro familiari, ma continuerà anche a denunciare i danni ambientali e quanto ancora viene taciuto sui numeri e sulle conseguenze di questo veleno che ogni anno continua a mietere vittime.
Noi andremo fino in fondo, per avere giustizia, e per dare dignità alle vittime e punire i colpevoli di crimini ambientali e crimini contro l’umanità” ha sottolineato Ezio Bonanni.