In un messaggio indirizzato al premier Conte e al ministro Di Maio Amnesty International Italia ha evidenziato l’intenzione del governo egiziano di “liberare 530 detenuti come misura di contrasto al Covid-19. Un’opportunità unica di chiedere che ne beneficino Patrick Zaky, Alaa Abdel Fattah, Sanaa Seif e tutti gli altri prigionieri di coscienza“.
Il messaggio Noury lo ha ripetuto anche ai microfoni dell’Ansa: “Questa è un’opportunità unica per chiedere che in questo provvedimento rientrino persone che in carcere mai avrebbero dovuto entrarci. Penso ad Alaa Abdel Fattah, icona della rivoluzione del 2011, penso all’avvocata Mahienour el-Masry, a Saana Seif, la sorella minore di Alaa Abdel Fattel. Naturalmente penso a Patrick Zaky che di un provvedimento del genere sarebbe il primo a dove beneficiare per le sue condizioni di salute. E quindi l’appello di Amnesty International Italia è al presidente del Consiglio Conte, al ministro degli Esteri Di Maio è che esercitino i loro buoni rapporti più volte dichiarati e ostentati col presidente Al Sisi per fare in modo che i prigionieri di coscienza beneficino di questo provvedimento“.
Anche l’università di Bologna con il suo rettore, Francesco Ubertini, ha chiesto la liberazione di Patrick Zaky: “Faccio appello al Governo italiano, alla Commissione europea, alle numerosissime istituzioni che hanno aderito alla nostra mozione e a tutte le università del mondo che come noi hanno sottoscritto i principi della Magna Charta affinché si uniscano all’Ama Mater e facciano sentire la propria voce. E’ l’occasione per mettere fine a questa assurda vicenda e poter restituire Patrick alla sua vita e ai suoi studi“.
Un appello che potrebbe essere ripetuto anche in futuro per cercare di ottenere la liberazione del giovane ricercatore egiziano.
Patrick George Zaky, studente egiziano di 29 anni dell’Università di Bologna, è stato arrestato all’arrivo al Cairo per una breve vacanza tra il 7 e l’8 febbraio con accuse che annoverano anche la propaganda sovversiva su Facebook. Da allora è stato trasferito tre volte da una struttura detentiva all’altra dopo innumerevoli rinnovi della sua custodia cautelare, di 15 giorni in 15 giorni. Al momento è nel maxi complesso carcerario di Tora al Cairo dove sarebbero stati accertati, secondo attivisti, casi di Covid-19 e Patrick è un soggetto asmatico. La famiglia non lo vede da inizio marzo. Molte udienze (l’ultima il 17 giugno) si sono svolte senza la presenza né del ricercatore, né dei suoi legali.