Gli Ncc pronti a scendere in piazza. Federnoleggio-Confesercenti, in rappresentanza delle imprese di noleggio con conducente (Ncc), dichiara “irricevibile e inaccettabile” la bozza di decreto interministeriale presentata al tavolo dei taxi da parte del ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Non viene condiviso il merito, in quanto, si legge nella nota, non sono state rispettate le indicazioni dell’Antitrust e in contrasto con le direttive europee, oltre a non contenere nessuna delle proposte della Categoria degli Ncc in merito all’apertura del mercato e della concorrenza. Si disapprova il metodo, per il mancato rispetto dell’iter legislativo e la presentazione in via preliminare dei decreti interministeriali per influenzare la legge delega sulla concorrenza, in discussione in parlamento”.
‘Come si può escludere gli Ncc dalla possibilità di operare attraverso piattaforme tecnologiche e sul territorio Italiano, solo per continuare a favorire e agevolare il servizio taxi? Servizio che per anni ha goduto di privilegi e di una posizione dominante sulla concorrenza, con accesso ai varchi delle stazioni e aeroporti e operando attraverso le radiotaxi, eludendo così le norme vigenti?’, si chiede Federnoleggio.
“Politici, artisti, amministratori pubblici e privati – rileva – sono tra i clienti più assidui del servizio con noleggio conducente. Si parla di un rapporto consolidato, di fiducia, di qualità e di professionalità. E poi c’è un turismo fatto da piccoli gruppi o da singoli individui che prenotano su web, via email. Il ministro Delrio e i suoi collaboratori dovrebbero sforzarsi di normare almeno quanto già avviene nel presente, se non riescono a guardare al futuro”.
Delle dichiarazioni recenti di apertura alla concorrenza, al mercato, alle nuove tecnologie, ai nuovi operatori, tenendo conto delle esigenze di mobilità integrata e sostenibile delle nostre città metropolitane, sottolinea Federnoleggi, non c’è traccia nella proposta di decreto presentata. La categoria del Noleggio con conducente, composta da circa 200mila addetti e 80mila aziende, è stanca di essere presa in giro e di non poter operare come le altre aziende europee. Lo stato di agitazione è dichiarato da mesi e, se il prossimo 29 marzo, non si riceveranno atti concreti, politici e tecnici nella direzione dichiarata, verranno messe in atto tutte le azioni a tutela del settore.