Nono stante i loro parenti fossero deceduti, loro continuavano a riscuotere la pensione. Sei persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Ancona, con l’accusa di truffa aggravata ai danni della Ragioneria Territoriale dello Stato.
Tutti e sei dovranno restituire circa 20.000 euro che, precedentemente, hanno acquisito indebitamente. A garanzia del credito erariale, le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro preventivo di tre autoveicoli nonché delle somme depositate in un libretto ed in un conto corrente postale, intestati ai truffatori.
Le indagini hanno riguardato le cosiddette ‘pensioni di guerra’, trattamenti pensionistici elargiti dallo Stato alle persone che hanno subito menomazioni all’integrità psico-fisica per causa di guerra, ai familiari di persone morte per causa di guerra ovvero ai familiari di persone morte per causa di guerra che, quando erano in vita, ricevevano già una pensione di guerra. I Finanzieri del Gruppo di Ancona hanno individuato 30 persone, formalmente beneficiarie del trattamento, pur risultando morte da diverso da tempo. Ma mentre 27 di tali pensioni, mediante un’apposita procedura informatizzata, ritornavano nelle casse dello Stato in quanto non prelevate, le altre 3 venivano puntualmente ritirate in modo indebito dai congiunti dei reduci, in quanto cointestatari o delegati a operare sui rapporti ancora accesi a nome dei propri parenti defunti. È venuta così in evidenza la posizione di un anconetano che, dalla data di morte della madre, risalente al 2003, ha continuato regolarmente a prelevare la pensione di guerra da un conto corrente postale cointestato.