Resta alta la tensione nella maggioranza con i dossier caldi dell’autonomia e della Tav sul banco e Lega ed M5s che continuano a discutere. Non ho incontri in agenda. Per il futuro siamo nelle mani del buon Dio, dice il vicepremier Matteo Salvini replicando a una domanda domanda durante la conferenza stampa a Firenze. Il vicepremier, inoltre, torna ad attaccare il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli al centro di una polemica, tra l’altro, per il licenziamento di uno degli esperti dell’analisi costi-benefici sulla Tav.
‘Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Il Mit deve aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema è il blocco di centinaia di opere pubbliche’, ha detto parlando con i giornalisti a Firenze. A chi chiedeva se chiederà un rimpasto di Governo Salvini ha risposto: ‘Non è questione di rimpasto, se uno fa il ministro ai blocchi stradali, noi siamo al governo per sbloccare le strade, non per bloccarle’.
Il professore Pierluigi Coppola, l’unico pro-Tav tra gli esperti della commissione per l’analisi costi-benefici sull’alta velocità Torino-Lione, è stato licenziato dal Ministero delle infrastrutture e trasporti. Secondo il Messaggero – che ha anticipato la notizia, poi confermata – Coppola è stato cacciato in malo modo, con una ‘mail’, una semplice ‘pec’ firmata dal ministro Danilo Toninelli.
Il Mit spiega i motivi del licenziamento: Coppola “ha violato la riservatezza, rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un’ombra su di lui, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sulla analisi costi-benefici Tav che gli è stato attribuito sulla stampa e di cui poi lui ha smentito la paternità. Senza però chiedere rettifica ai giornali che glielo attribuivano”. E pare che ora stia traballando anche la poltrona del presidente della commissione Marco Ponti, in scadenza a settembre.
Contro il licenziamento parte lancia in resta il ministro Salvini.
“Mi sembra che gli italiani abbiano chiesto più ‘sì’: se l’unico atto del ministro Toninelli sulla Tav è licenziare l’unico professore a favore, non mi sembra che ci siamo proprio. E poi il vicepremier leghista mette il carico: “Andrò a visitare prestissimo i cantieri della Tav. Si tratta di un’infrastruttura fondamentale e non sono più accettabili no, ritardi e rinvii da parte del ministro Toninelli”. E continua: “Mi risulta che ci siano decine e decine di opere pubbliche, dal Nord al Sud, ferme al ministero delle Infrastrutture. Ma se uno fa il ministro dei Trasporti, deve lavorare per far viaggiare gli italiani, non per lasciarli a piedi. E’ una questione che bisogna superare immediatamente”.
Anche ieri, Salvini parlava di infrastrutture, sottolineando che l’Italia ha bisogno di ‘sì’:
Attaccano anche dai banchi dell’opposizione. Graziano Delrio rilascia un commento al veleno: “Licenziare un professore universitario per avere espresso le sue idee è nello stile dei regimi autoritari”, e di scaglia contro il ministro Toninelli: “L’epurazione appare ancora più surreale se si considera che poi, seppur con grave ritardo, i bandi della Torino Lione sono pubblicati dando così ragione a Coppola, che aveva preso le distanze da un’analisi che da subito era apparsa confusa, parziale e inattendibile. Competenza e indipendenza non sono evidentemente tollerati dal governo”.
E Giorgia Meloni rintuzza: “Toninelli licenzia Pierluigi Coppola, componente della commissione incaricata dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di effettuare l’analisi costi-benefici del Tav e che aveva criticato l’esito negativo. Per Fratelli d’Italia è Toninelli a dover essere licenziato: un ministro pagato dagli italiani per dire no e fermare le grandi opere. Si Tav, si Coppola: no epurazioni targate M5S”.
Nel pieno dello scontro tra Matteo Salvini e Danilo Toninelli, ad agitare il Movimento 5 Stelle c’è anche la voce secondo cui Giuseppe Conte sarebbe pronto a dire sì alla Tav.
Dopo aver accolto l’analisi costi-benefici commissionata dal Mit e dopo aver congelato il dossier, il capo del governo è pronto ad affrontare definitivamente la questione probabilmente dando il suo via libera. La decisione del capo del governo avrebbe una doppia valenza. Continuare a coltivare un rapporto costruttivo con l’Europa, la Francia non apprezzerebbe il passo indietro italiano, e provare a distendere i toni con la Lega di Matteo Salvini.
Inoltre, come sostiene qualcuno anche in seno al MoVimento, a questo punto è meglio investire per andare avanti piuttosto che spendere per tornare indietro.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli resta convinto della sua posizione (no Tav) e continua a respingere gli assalti di Matteo Salvini, che lo accusa di dire troppi no a cantieri e opere. Proprio il sì alla Tav però potrebbe evitare a Danilo Toninelli di rimanere vittima del rimpasto di governo di cui si parla da settimane. Potrebbe rivendicare di non essere il Ministro dei No, così come il il MoVimento potrebbe scrollarsi di dosso le accuse di essere il partito del no. È evidente però che l’approvazione della Tav porterà a una spaccatura all’interno del MoVimento, con lo zoccolo duro della resistenza che potrebbe iniziare ad organizzarsi. Magari sotto l’egida Di Battista o di Roberto Fico.