Andrea Delmastro, come suo solito, ne combina un’altra, che poco si attaglia al suo ruolo di sottosegretario alla Giustizia, visto che ha scatenato forti proteste per quanto pronunciato nel corso della presentazione delle nuove autovetture in dotazione della polizia per il trasporto dei detenuti al regime del 41 bis e di alta sicurezza. Parole che hanno portato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, a chiedere le sue dimissioni. “L’idea di far sapere ai cittadini come non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato è per me un’intima gioia“, ha detto il sottosegretario.
Andrea Delmastro è uno degli esponenti più in vista del partito di Giorgia Meloni che è stato rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito del caso Cospito. “Lo rifarei domani mattina, gli italiani hanno diritto di sapere che c’era un attacco al 41 bis”, il commento del deputato.
Poi, la vicenda della la notte di Capodanno, con un colpo di pistola partito dall’arma di Emanuele Pozzolo – altro deputato di Fratelli d’Italia -che ferì, fortunatamente in maniera non grave il cognato di uno degli agenti della scorta di Andrea Delmastro.
“Sono allibito – il commento di Delmastro -. Avessi saputo che Pozzolo era armato, gli avrei detto di non venire alla festa”.
Caso ferragostano per Andrea Delmastro che, in visita alle case circondariali di Brindisi e Taranto, incontra agenti della Polizia penitenziaria e dirigenti delle due strutture. Al termine del giro, pubblica sul proprio profilo Instagram alcune fotografie della giornata. In una, con dietro il cartello “vietato fumare” – com’è ovvio che sia in un qualsiasi spazio pubblico – il sottosegretario ha però una bella sigaretta accesa in mano.
Particolare che non poteva passare inosservato ed è finito su X, rilanciato dall’account @nonleggerlo. Per Delmastro, nessun problema, e tra i commenti si ricorda la famosa battuta del marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi: “io so’ io e voi nun siete un ca…”.
Dopodiché la visita del sottosegretario si arricchisce di un’altra dichiarazione che fa discutere e che potenzialmente apre uno squarcio con gli alleati di Forza Italia, molto attenti alle condizioni carcerarie. Dalmastro si vanta di non essersi «inginocchiato alla mecca dei detenuti», avendo incontrato solo agenti e dirigenti delle due carceri, dimenticando volontariamente i reclusi.
Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere Penali, scrisse su Twitter: “Le parole di Delmastro, che sdegnosamente rivendica di aver visitato il carcere di Taranto per incontrare solo la polizia penitenziaria, perché lui non si inchina ‘alla Mecca dei detenuti’, sono di una gravità definitiva. E faccio fatica a comprendere come sia possibile che nessuno dei soggetti politici (partiti, associazioni) invece attenti e schierati nella denuncia della vergogna delle carceri, invochi le immediate dimissioni di una persona così inadeguata al ruolo, né chieda conto al ministro Nordio cosa pensi di una simile, scandalosa dichiarazione del suo viceministro. Il sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti (siano essi i peggiori criminali, o persone innocenti in attesa di giudizio) sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e specificamente al ministero che egli indegnamente rappresenta”.
Andrea Delmastro Delle Vedove è un politico italiano nato a Gattinara il 22 ottobre 1976, figlio di Sandro avvocato e politico di Alleanza Nazionale.
Delmastro figlio ha percorso una strada molto simile a quella del padre: si è laureato in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino ed è diventato avvocato penalista proprio come il padre. Ha iniziato a fare politica negli ambienti del Fronte della gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento sociale Italiano-destra nazionale. È anche diventato segretario provinciale della stessa, prima di passare all’organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale.
Ha svolto una lunga attività politica come consigliere provinciale di Biella, poi assessore comunale e infine sostenuto da Fratelli d’Italia viene candidato alla camera nel collegio nominale di Biella alle elezioni politiche del 2018.
Fedelissimo di Giorgia Meloni, alle elezioni politiche del 2022 viene ricandidato e rieletto con il 53,85% dei voti. Con la nascita del governo Meloni viene indicato dal Consiglio dei Ministri come sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, per affiancare il ministro Carlo Nordio e ottenendo la delega al corpo di polizia penitenziale.
E mentre Delmastro continua a considerarsi straordinariamente fiero delle azioni che ha intrapreso, affermando che lo rifarebbe anche domani mattina, l’opposizione chiede le dimissioni del sottosegretario.
Il pomeriggio di venerdì 15 novembre Andrea Delmastro, il sottosegretario Fdi con delega al dipartimento delle carceri, come detto, ha partecipato alla presentazione delle nuove vetture in dotazione alla polizia di Stato per il trasporto dei detenuti in regime speciale.
La cerimonia si è tenuta nel quartiere Bravetta di Roma, di fronte al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dove il deputato è stato salutato con il picchetto d’onore.
Di seguito le parole del sottosegretario:
L’idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà il prestigio, con il gruppo operativo mobile sopra, far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, credo che sia una intima gioia per il sottoscritto.
Matteo Renzi, su X, condivide il video postato dal giornalista Marco Fattorini con l’intervento di Delmastro e commenta: “Il giorno in cui il sottosegretario Del Mastro si vergognerà sarà comunque troppo tardi”.
“Intanto, che si dimetta“, aggiunge Renzi, che considera le parole del sottosegretario “vergognose, orribili, indegne” specie se pronunciate da “un uomo” che dovrebbe rappresentare “la Costituzione” e “lo Stato di diritto”.
Come riportato sul quotidiano del Ministro della Giustizia, GNews Online, il nuovo mezzo in dotazione della polizia penitenziaria è un SsangYong Rexton Dream e-XDi220. Il mezzo include una cellula detentiva e altri dispositivi di sicurezza, tra i quali la presenza di tre telecamere puntate sull’interno dell’abitacolo, collegate a due monitor.
Alla luce dei comportamenti assunti da Andrea Dalmastro appare chiaro che è un appartenente alla ‘destra estrema’, che poco dovrebbe avere a che fare con la linea politica di ‘destra moderata’ di Giorgia Meloni, e che giustamente coincide con quella parte di destra che viene bocciata in Europa dai socialisti che non danno il loro benestare alla nomina di vicepresidente per Raffaele Fitto.