Lo sport nella vita di Giulio Andreotti è stato sempre molto importante. Al senatore a vita piacevano tanto i cavalli ma la sua vera passione era il calcio. Ebbe un ruolo di primo piano nel portare le Olimpiadi a Roma nel 1960. “Tutto il mondo dello sport deve riconoscere grande merito a Giulio Andreotti perché ha difeso l’autonomia dello sport, e poi non dobbiamo scordare che fu il presidente del comitato organizzatore delle Olimpiadi ’60, ed è stato sottosegretario fino all’accordo per portare le Olimpiadi a Roma, gli dobbiamo essere riconoscenti”. E’ il ricordo del presidente del Coni, Giovanni Malago’, intervistato da Sky. “Ha inventato una serie di battute che sono diventate leggenda. Era un tifoso, appassionatissimo di cavalli, era curioso di tantissime discipline -prosegue Malagò-. Oggi va rimarcato quanto ha fatto in momenti difficili per far si che la bandiera del comitato olimpico nazionale fosse portata con grande rispetto e questo e’ un vanto per il nostro mondo. Bisogna essergli riconoscenti”. Il numero uno dello sport italiano ha poi ricordato il suo impegno per il finanziamento autonomo dello sport attraverso il Totocalcio. “Già all’epoca immaginava che sarebbe stato peggio se non fosse stata portata avanti l’indipendenza -aggiunge Malagò-. Quando il Totocalcio ha perso il suo smalto si è ritornati a una forma di contrattazione anno per anno. Andreotti in quegli anni ha dimostrato di vederci lungo e di essere un precursore dei tempi”. Ma la sua vera grande passione era la Roma. E non lo nascondeva a nessuno. Come tutti i tifosi è stato sempre vicino alla squadra ed ha sofferto con essa. E non ha mai fatto venir meno il suo supporto ai colori giallorossi. A riguardo è rimasto negli annali del calcio il ruolo giocato da Andreotti nel trattenere a Roma Paulo Roberto Falcao. Il regista della nazionale brasiliana e della Roma dello scudetto 1982-83 dopo aver conquistato il tricolore avrebbe voluto lasciare la capitale. Come Dirceu, Zico e Socrates, dopo l’impresa voleva cambiare aria per trovare nuovi stimoli e aumentare anche il conto in banca. Il regista sarebbe dovuto andare all’Inter. Un affronto per il popolo romanista che tanto aveva creduto nel brasiliano. Figuriamoci per un super tifoso come Andreotti che venuto a sapere del probabile tradimento del brasiliano lo fece convocare nel suo studio. Non si sa con precisione cosa abbia potuto dire il leader della Dc al campione brasiliano ma dopo il faccia a faccia il centrocampista della Roma cambiò idea e continuò a vestire la maglia giallorossa.
E. Bernardo