Battute finali per il ddl lavoro. Il testo, salvo sorprese dell’ultima ora, non dovrebbe contenere modifiche di rilievo rispetto al documento di base presentato al Consiglio dei ministri del 23 marzo scorso. E il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non sembra disponibile a fare nessun passo indietro. Le richieste dalla Cgil e del Pd, assieme ad una parziale apertura di Alfano, per cambiare la norma sull’art. 18 non sembrano aver fatto breccia nella responsabile del Welfare. L’ultima parola, però spetta al presidente del consiglio e questo il ministro del Lavoro lo sa bene. “Abbiamo cominciato e andremo avanti. Dal mio punto di vista è praticamente pronto”, spiega la Fornero in attesa di un confronto con il premier Mario Monti. “Ci sono molti argomenti, molto complessi, e ognuno deve essere guardato”.
“In questi giorni ho cercato di lanciare messaggi di ragionevolezza ma per ora non c’é nessuna concreta novità sulla riforma del lavoro e in particolare sulla modifica dell’art.18”, ribatte il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Spero ce ne possano essere nei prossimi giorni”. Se non ci saranno garanzie sul reintegro nel caso di licenziamenti illegittimi la Cgil continuerà le sue iniziative di protesta. E per il 13 aprile è in programma una nuova mobilitazione nazionale, assicura il numero uno del sindacato.
Ma il più duro sul progetto Fornero di riforma del mercato del lavoro è il numero uno della Uil. “La vicenda dell’articolo 18 e la sua mancata conclusione, così come la vicenda degli esodati, rappresenta un fondato motivo per un licenziamento per giusta causa del ministro Fornero”. Ad affermarlo, a ‘Sky Tg24’, è il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sottolineando che sull’articolo 18 “se non si riesce a fare un accordo nella maggioranza questa riforma non si farà”.