Angelina Jolie e mastectomie preventive

L’effetto ‘Jolie’ c’è stato, lo dicono i numeri. Nel 2103 l’attrice Angelina Jolie aveva annunciato la decisione di sottoporsi a un intervento di mastectomia preventiva dopo che i risultati dei test genetici l’avevano messa di fronte all’altissimo rischio di ammalarsi.

Ebbene, il suo esempio è stato seguito da molte donne.  I ricercatori del Weill Cornell Medicine di New York che hanno valutato l’impatto della scelta di Angelina sulla popolazione femminile, analizzando i dati delle mastectomie preventive nello Stato di New York e nel Nuovo Galles del Sud in Australia tra il 2004 e il 2014. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Health Services Research.

Per mastectomia  si intende l’asportazione chirurgica della mammella, momento essenziale della terapia di gran parte dei tumori maligni che colpiscono quest’organo. La exeresi (cioè l’asportazione) può essere limitata alle sole strutture mammarie come la ghiandola, la cute che la riveste, l’areola e il capezzolo o allargata anche ai sottostanti muscolo grande pettorale e muscolo piccolo pettorale. Momento conclusivo della mastectomia è l’asportazione delle stazioni linfatiche che drenano la linfa in direzione del cavo ascellare.

Questo intervento conta numerose varianti, più o meno demolitive, che vengono eseguite a seconda della gravità della malattia di base. Utile a definirla è la stadiazione, basata sulla classificazione TNM, che contribuisce anche a determinare in percentuale le probabilità di sopravvivenza delle pazienti a 5 e 20 anni di distanza dall’intervento.

Per quanto riguarda New York, il numero delle donne che si è sottoposto all’intervento chirurgico di asportazione della mammella è quasi raddoppiato, passando da 3 casi su 1 milione ogni due mesi nel periodo precedente all’annuncio di Jolie a 6,3 casi per 1 milione nei 20 mesi successivi alla dichiarazione pubblica della star di Hollywood. 

Stesso risultato anche in Australia.

Non è la prima volta che le vicende personali delle celebrità del mondo dello spettacolo finiscono per interessare epidemiologi ed esperti di prevenzione.

E, proseguendo nella lista delle star che hanno dato una mano alle campagne di prevenzione, non va dimenticato Charlie Sheen. La puntata di una celebre trasmissione televisiva in cui l’attore aveva annunciato di essere sieropositivo, ha funzionato più tanti messaggi istituzionali. Uno studio su Jama ha dimostrato che il discorso di Sheen ha scatenato un sorprendete interesse verso l’Hiv, con il il picco più alto di ricerche su Google mai raggiunto negli Stati Uniti.

Naomi Sally Santangelo

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