A ‘Casa Sanremo Writers’, salotto culturale di Casa Sanremo e preziosa occasione di visibilità per autori e case editrici, la scrittrice presenta il suo ultimo romanzo ‘Lo specchio a tre ante’, già campione di successo nelle vendite. Un’attenta selezione di titoli anima la rassegna in cui, nella settimana del Festival, si alternano presentazioni di libri, readings ed incontri con autori, spazio interamente dedicato all’incontro tra scrittori e pubblico dove, nei vari talk, a parlare di libri troviamo giornalisti e personaggi di spettacolo che, costantemente e quotidianamente, sono testimoni del più importante evento musicale italiano: il Festival della Canzone Italiana.
Con lo ‘Specchio a Tre ante’ di Annella Prisco ci si trasferirà da Casa Sanremo a ‘Casa di Acciaroli’, dove si svolge e si delinea la trama del romanzo.
Ada, la protagonista, manifesta il suo desiderio di tornare da Roma verso Napoli e nella vecchia casa, chiusa da tempo, di Acciaroli.
Ada, sia ben chiaro, non è semplicemente un nome palindromo che può permetterci, nel corso della narrazione, di partire dall’inizio o dalla fine, per andare avanti o per risalire la corrente, visto che l’autrice intreccia con abilità il passato con il presente, ripercorrendo alcune scelte compiute nella sua realtà e nella sua crescita, descrivendo e visualizzando la sua autentica identità, per comprendere, accettare e motivare le sue scelte.
Trovo necessario, all’interno di questo scritto, citare Alberto Moravia che sottolineava che un romanzo è sempre una forma di autobiografia dove ricordi, scelte di vita legate al libero arbitrio e altro, vengono abilmente mimetizzate e celate dalla capacità di scrittura e dalla fantasia dell’autore.
‘Specchio a tre ante’ e Ada, nome di tre lettere, tre numero perfetto per eccellenza, numero simbolo del ternario, combinazione di tre elementi, numero attivo che possiede una grande forza energetica. È il simbolo della conciliazione per il suo valore unificante. Infatti tanto il Due separa quanto il Tre riunisce. La sua espressione geometrica è il Triangolo, simbolo esemplare del ritorno del multiplo all’unità: due punti separati nello spazio, che si assemblano e si riuniscono in un terzo punto situato più in alto.
Tre, numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, che apre la strada della mediazione, superando la visione parziale e riduttiva del dualismo, simbolo di vitalità e radice di ogni ulteriore realtà che si esprime nell’alterità del molteplice, realtà che di fatto può motivare la titolarità del romanzo.
Ascoltare la risposta di Annella Prisco nell’intervista per Casa Sanremo: ‘Mi ha spinta la curiosità di sondare il mondo del doppio con la consapevolezza che molto spesso la vita ci porta in situazioni di dualismo, perché non basta una sola vita a contenere l’infinito magma di emozioni, di possibilità, di occasioni che l’esistenza ci offre ma che vanno con sapienza riconosciuti…’.
Lo specchio a tre ante non è altro che uno specchio antico in cui riflettersi, dove si specchia la protagonista, e la casa di Acciaroli non è altro che la memoria della protagonista Ada, e la rivisitazione interiore dell’autrice, che in modalità moraviane si esprime attraverso il mondo dei ricordi e delle scelte fatte, sempre mirabilmente nascoste nel testo.
Le due ante laterali che rispecchiano i due profili di Ada ‘simboleggiano i due binari paralleli che ormai da più anni segnano il suo cammino’, stato a ‘metà tra la nostalgia di un passato lontano e l’euforia di un futuro ignoto’.
Poi, parlando a Firenze dello storico bar delle Giubbe Rosse: ‘Specchi di tutte le specie e dimensioni mi aiutano ad avere risposte e conferme, e magari mi rivelano quei piani profondi di me che da sola non riesco a decifrare!’.
Libero Gonzales, suo compagno di studi all’Accademia Italiana di Arti Moda e Design di Firenze annota: ‘…non appena tu hai accennato alla particolare attenzione che hai verso gli specchi…mi dice che non stai bene, che hai bisogno di liberarti di qualcosa di cui sei prigioniera e che pesa su di te…’.
Annella è chiara: ‘Un romanzo che fa riflettere sulla funzione del destino e sulle scelte che possono modificare la propria esistenza. Ada, protagonista della vicenda, donna dimidiata tra le ambizioni di carriera e il mondo dei sentimenti, accompagna il lettore in un viaggio a ritroso nel suo mondo interiore, con l’alternarsi dei piani, presente e passato, e ricerca la propria identità e risposte a molti dei suoi nodi irrisolti, in un’immagine riflessa allo specchio. Sono presenti anche risvolti sociali di grande attualità ed importanti figure maschili che nell’intreccio si rivelano tutti altrettanti protagonisti. Molto efficace la descrizione dei luoghi che fanno da sfondo alle vicende e vengono rappresentati con elementi lirici ma, nel contempo, fortemente realistici’.
Valga per questo scritto di Annella l’inesorabile legge del tre elaborata da Gurdjieff, che afferma che lo scopo ultimo della vita è lo sviluppo della coscienza e l’evoluzione interiore dell’essere umano per superare gli automatismi dei centri istintivo, motorio, emozionale e intellettuale. Questi centri condizionano e limitano l’essere umano. La vita umana è vissuta in uno stato di veglia e l’armeno Gurdjieff elaborò un metodo per ottenere un livello superiore di vitalità e giungere al ricordo di sé. Ogni cosa nel mondo, tutte le manifestazioni di energia, tutti i tipi di azione, sia nel mondo che nell’attività umana, sia interni che esterni, sono sempre manifestazioni delle tre forze che esistono in natura. Queste forze sono chiamate: attiva, passiva e neutralizzante, ed è necessario, per cogliere il tutto, ragionare in termini di multi-dimensionalità.
Immaginare nella lettura una struttura a fisarmonica per uno specchio antico e virtuale in cui riflettersi.
Lo specchio, simbolicamente, è una superficie che assomiglia all’acqua ed all’anima umana e si esprime in un gioco di riflessi, le cui regole sono quelle del doppio, e può divenire strumento di conoscenza o di punizione, mezzo magico d’indagine e metafora della nostra vita, che riflette un’immagine di quel che siamo diventati oggi e che ci rivela a noi stessi.
L’etimologia del termine ‘specchio’ proviene dal latino, ‘speculum’, ricavato dal verbo ‘specere’ che indica l’azione di osservare, guardare con attenzione, scrutare, non semplicemente di ‘vedere’, a sua volta legato al verbo greco ‘spectomai’, avente più o meno lo stesso significato. Superando la sfera strettamente fisica, si impone un altro interrogativo, se lo specchio sia in grado solo di rivelare l’apparenza, oppure possa realmente oltrepassare la soglia di ciò che è immediatamente sensibile e visibile.
Lo specchio di Ada è una metafora della realtà, che costituisce uno stimolo di insegnamento per non limitarci ad osservare gli altri ed il mondo esteriore, concentrandoci maggiormente nell’analisi introspettiva e nella conoscenza di noi stessi.
Annella Prisco si serve della potenza dello specchio indirizzandolo verso il lettore, e unendo chi scrive a chi legge.
Libero annotava: Forse ti trovi ad un bivio, tra due strade che ti si aprono davanti, o forse c’è n’è anche una terza, e nell’incapacità di scegliere quale sia la migliore, chiedi allo specchio l’indicazione più giusta’.
E la più giusta nell’ora del bilancio introspettivo che fornisce serenità interiore è sempre quella che per il futuro si affida all’ignoto con ‘forza’ centrifuga e centripeta, ricca di contrasti simultanei, voce di un dinamismo universale che promette anche approcci giocosi e libertari.
Annella Prisco, già funzionario del settore Cultura della Regione Campania, insegnante di materie letterarie presso le scuole secondarie, è autrice di raccolte e di romanzi. Ha pubblicato il libro autobiografico “Ricordi senza memoria” (AGE-Alfredo Guida Editore, 1998) con Monica Anzini; “Chiaroscuri d’inverno” (Graus 2005); la raccolta di interviste “Treni in corsa” (Kairos Edizioni, 2008), “Appuntamento in rosso” (Guida 2012) e “Girasoli al vento” (Guida 2018). Il romanzo uscito di recente è “ Specchio a tre ante”, edito da Guida e tradotto in lingua spagnola.
Laureata in lettere moderne con 110 e lode, critico letterario e vice presidente del Centro Studi Michele Prisco – intitolato a suo padre (vincitore del Premio Strega nel 1966), e presidente onorario dell’associazione abruzzese Irdidestinazionearte.
Roberto Cristiano