Giorni di bilancio, quelli della premier, che tra traguardi raggiunti e sfide rilanciate in agenda, come sottolinea un’insolita Lucia Annunziata in questi 24 mesi ha sicuramente trasmesso e fatto valere «l’immagine di una donna che ha preso la leadership di petto, – ha spiegato la giornalista ora europarlamentare a Bruxelles. L’ha raccontata in tutti i modi, soprattutto sul piano internazionale. Qui in Europa ha avuto un effetto pazzesco».
La Meloni ha accreditato «l’immagine di una donna molto cocciuta, molto ostinata, che sicuramente governa tanti uomini. Non tutti – ha poi rimarcato – proprio facili da governare». Sì, perché secondo l’eurodeputata dem, Meloni è considerata da tutti un interlocutore importante.
Una capacità di incidere, quella della premier, che se da un lato è frutto di una capacità di accreditare la proposta di un «nuovo modo della destra di risolvere pragmaticamente il problema» – “quando Giorgia Meloni è arrivata in Europa con questa storia della proposta dei campi in Albania è arrivata come una reginetta”, ha ricordato Annunziata –. Dall’altro, ha sostenuto la dem forse per controbilanciare il colpo che stava infliggendo a conduttore e parte degli ospiti in studio – è «anche frutto del fatto che la Commissione si è tutta spostata a destra. Mentre il Parlamento è ancora con una maggioranza di sinistra».
La Annunziata va a sottolineare: «Anche Marine Le Pen, che è sempre stata la donna forte della destra, la donna lupa della destra in Europa, in fondo è stata messa un po’ da parte con l’affermazione di Giorgia Meloni». «Perché più pragmatica, più giovane, più dinamica?», chiede un Floris ormai alle corde. «Si, esatto», replica nell’immediato Annunziata. Poi – forse credendo di essersi sbilanciata un po’ troppo? – conclude: «Perché ha comunque la capacità di modellare le cose come vuole lei». «Che non è poco», aggiunge in calce Floris.