«La commissione parlamentare antimafia ha terminato i lavori riguardo l’esame di migliaia di candidati, alla ricerca dei cosiddetti impresentabili per le elezioni regionali e comunali del 3 e 4 ottobre 2021. Quest’anno abbiamo lavorato anche i Comuni già sciolti per mafia che andranno al voto. Le verifiche, quindi, si sono concentrate sulle liste regionali in Calabria e dei Consigli comunali di Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino, Trieste, Varese, Latina, Caserta, Cosenza, Arzano (in provincia di Napoli), Cerignola (in provincia di Foggia), Siderno, Careri, Delianuova, Palizzi e Stilo (tutte in provincia di Reggio Calabria), Crucoli e Casabona (entrambe in provincia di Crotone)» – lo afferma all’esito dei lavori della Commissione parlamentare antimafia il Presidente Nicola Morra.
«Purtroppo – commenta Morra – vi sono stati casi in cui alcuni soggetti impresentabili sono stati poi sostituiti da congiunti o parenti – le cosiddette teste di legno-, ma su quello formalmente non si può fare alcunché, quindi sarà anche compito del cittadino elettore fare grande attenzione ai candidati che si sottopongono al suo vaglio».
Morra presenta l’enorme mole di lavoro svolto in Commissione: «Per le regionali in Calabria vi è un solo candidato già noto a tutti: Domenico Lucano che ricade nella fattispecie prevista dall’articolo 8 comma 1 lettera a), della legge Serverino. Il candidato se eletto risulterebbe sospeso di diritto, ha infatti riportato una condanna sebbene non definitiva per peculato ed abuso d’ufficio. Unico caso rilevato dalla Commissione per le elezioni regionali calabresi».
«Per quanto riguarda le elezioni comunali – prosegue il Presidente Morra – per la città di Cosenza risulta in violazione dell’articolo 1, comma, 1 lettera j) del codice della Commissione antimafia il candidato Gianluca Guarnaccia per la lista Coraggio Cosenza che sostiene il candidato sindaco Francesco Caruso. Il candidato ha due rinvii a giudizio uno per un reato con aggravante mafiosa e l’altra per il reato di associazione di stampo mafioso».
«Per le elezioni del sindaco di Siderno risulta in violazione dell’art. 11, comma 1, lettera a) della legge Severino, il candidato Domenico Barbieri, per la lista Corriamo Insieme che sostiene il candidato sindaco Antonio Cutugno. Il candidato, se eletto, risulterebbe sospeso di diritto poiché ha riportato una condanna non definitiva a sei mesi di reclusione ed €1.032 di multa per il reato di coltivazione di stupefacenti».
«Per quanto riguarda le elezioni del Consiglio comunale e del Sindaco Roma, risulta in violazione dell’art. 1, comma 1, lettera b) del codice di autoregolamentazione della Commissione parlamentare antimafia, il candidato Marcello De Vito, per la lista Forza Italia – Berlusconi per Michetti – Libertas – Unione di centro, che sostiene il candidato sindaco Enrico Michetti. Nei confronti del candidato è stato infatti emesso decreto di giudizio immediato per i reati di cui agli articoli 319 (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio) e 321 del codice penale» – il Presidente prosegue – «ancora per il Consiglio comunale di Roma risulta ricompresa nella fattispecie di cui all’articolo 11, comma 1, lettera a) della legge Severino la candidato Viorica Mariuta, per la lista Movimento idea sociale MIS, che sostiene il candidato sindaco Gianluca Gismondi. Nei confronti della candidata si determinerebbe, se eletta, la sospensione d’ufficio, poiché risulta una condanna non definitiva per il reato di cui all’articolo 314 del codice penale ovvero per peculato». Sempre per le elezioni comunali di Roma risulta impresentabile: «in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera f) del codice di autoregolamentazione il candidato Antonio Ruggiero per la lista Movimento idea sociale MIS, che sostiene il candidato sindaco Gianluca Gismondi; infatti, nei confronti della candidato risulta emesso decreto che fissa il giudizio di cui al reato all’articolo 648-ter del codice penale ovvero impiego di denaro, beni o utili di provenienza illecita. Infine, sempre per le elezioni del Consiglio comunale di Roma risulta in violazione dell’articolo 1, comma 1, lettera b) del codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia la candidata Maria Capozza, per la lista Forza Italia – Berlusconi per Michetti – Libertas – Unione di centro, che sostiene il candidato sindaco Enrico Michetti; nei confronti della candidata risulta emesso decreto che fissa il giudizio per i reati di cui agli articoli 319 e 320 del Codice penale ovvero corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione di persona incaricati di un pubblico servizio».
Il Presidente Morra prosegue con l’elenco degli impresentabili: «Per quanto riguarda le elezioni del Consiglio comunale e del Sindaco di Napoli, risulta ricompreso nella fattispecie di cui all’articolo 11, comma 1, lettera a), della cosiddetta legge Severino il candidato Carlo De Gregorio, per la lista Essere Napoli, che sostiene il candidato Sindaco Catello Maresca. Il candidato, se eletto, risulterebbe sospeso di diritto. Infatti nei suoi confronti è stata emessa una sentenza di condanna di primo grado per il reato di cui all’articolo 73, comma 4 del DPR 309 del 1990 (importazione, detenzione e commercio di sostanze stupefacenti), alla pena di anni 2 di reclusione ed euro 5.200 di multa».
«Per quanto riguarda le elezioni del Consiglio comunale e del Sindaco di Bologna, risulta ricompreso nella fattispecie di cui all’articolo 15, comma 1, della cosiddetta legge Severino il candidato Riccardo Monticelli, per la lista Coalizione civica per Bologna coraggiosa, ecologista, solidale, che sostiene il candidato Sindaco Matteo Lepore. Al soggetto, che è da dichiararsi incandidabile, è stata inflitta, con pronuncia irrevocabile la pena di 4 mesi di reclusione ed euro 1.000 di multa, per il delitto di detenzione a fini di spaccio (articolo 73, comma 5 del DPR 309 del 1990). Va precisato che al momento della presentazione della candidatura il casellario giudiziale non presentava riferimenti alla definitività della pronuncia».
«Do ora conto di una richiesta che è stata avanzata dal Senatore Marco Pellegrini in esito alla quale si è sottoposta a controllo la posizione di un candidato Sindaco per il Comune di Cerignola, in provincia di Foggia. La decisione del 1° giugno 2021 della Corte di Appello di Bari ha sancito l’incandidabilità del signor Franco Metta. Pur non trattandosi di pronuncia definitiva, essa rileva ai sensi dell’articolo 1, comma 2), lettere b) e c), del Codice di autoregolamentazione. Tale norma, infatti, precluderebbe la presentabilità di candidati che abbiano ricoperto la carica di Sindaco in Comuni sciolti ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Pertanto, secondo la disciplina citata non è presentabile come candidato Sindaco il signor Franco Metta, avendo questi ricoperto le stesse funzioni nel Comune di Cerignola, i cui organi elettivi furono sciolti proprio in forza dell’articolo 143 del Testo unico Enti Locali».