L’Agcm, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha riscontrato irregolarità per alcuni grandi marchi di distributoridicarburanti. In particolare alcuni big della benzina e del diesel avrebbero applicato prezzi alla pompa diversi da quelli pubblicizzati, e in altri casi avrebbero omesso di comunicare le variazioni. Per questo il Garante, insieme al Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha condotto ispezioni nelle sedi dei cinque operatori più importanti nel nostro Paese.
Quali sono le società petrolifere oggetto dell’istruttoria dell’Agcm
L’istruttoria è stata aperta nei confronti delle seguenti società.
- Eni Spa.
- Esso Italiana Srl.
- Italiana Petroli Spa.
- Kuwait Petroleum Italia Spa.
- Tamoil Italia Spa.
I procedimenti sono stati avviati sulla base della documentazione che, si legge nel comunicato dell’Agcm, è stata “tempestivamente fornita” dalla Guardia di Finanza e che testimoniava delle infrazioni accertata sui prezzi dei carburanti praticati da oltre mille pompe di benzina distribuite su tutto il territorio nazionale.
I dossier sono arrivati dopo la richiesta esplicita di Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza. La collaborazione tra l’Agcm e le fiamme gialle ha fatto emergere che sono stati riscontrati prezzi discordanti o omessi nei seguenti distributori.
- Marchio ENI (376 distributori).
- Marchio ESSO (40 distributori).
- Marchio IP (383 distributori).
- Marchio Q8 (175 distributori).
- Marchio TAMOIL (48 distributori).
Perché è stata aperta un’istruttoria su Eni, Esso, Ip, Kuwait e Tamoil
L’Antitrust ha dunque avviato le istruttorie in quanto la documentazione e i dati trasmessi dalla Guardia di Finanza farebbero emergere da parte delle compagnie petrolifere delle condotte che sono riconducibili a una violazione dell’articolo 20 del Codice del Consumo che riguarda il divieto di pratiche scorrette. In particolare i 5 grandi marchi dei carburanti vengono accusati di omessa diligenza sui controlli della rete dei distributori.
In numerosi casi sarebbe emersa una difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato alla pompa. In altri è stata riscontrata l’omessa esposizione alle colonne del prezzo praticato e la mancata comunicazione al portale Osservaprezzi Carburanti, che aiuta i consumatori nella scelta delle pompe con il prezzo più basso.
Dunque Eni, Esso, Ip, Q8 e Tamoil non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e contrastare le condotte illecite e dannose per i consumatori, e dovranno rispondere delle loro responsabilità davanti all’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato.
La stretta sui prezzi nel nuovo decreto carburanti del Governo
Nel mentre il Governo ha stabilito con il nuovo dl trasparenza, noto anche come decreto carburanti, una stretta sui distributori di benzina e diesel. In contrasto alle violazioni del Codice del Consumo e alle speculazioni sui prezzi, è prevista la pubblicazione regolare del prezzo medio dei carburanti, su base regionale, sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
I benzinai hanno 15 giorni di tempo dall’entrata in vigore del documento per adeguare la cartellonista in ogni punto vendita, anche quelli autostradali. I gestori rischiano pesanti sanzioni: chi non espone i prezzi medi può essere punito con multe che vanno dai 500 ai 6 mila euro.