Mancano i presupposti per contestare a Sky l’abuso di posizione dominante, riguardo l’acquisizione dei diritti tv per la Champions League dal 2012 al 2015 e per i Mondiali di calcio 2010 e 214. E’, in parole povere, quanto sostiene l’Antitrust che ha così chiuso l’istruttoria avviata nei confronti della società nel novembre 2010, sui diritti tv per i Mondiali ed estesa, nel luglio 2011, all’acquisizione dei diritti tv per la Uefa Champions League per le stagioni 2012-2015. Stando a quanto dichiarato dall’autorità garante della concorrenza e del mercato, “per la Champions League è emerso che l’acquisizione in esclusiva per tutte le piattaforme trasmissive dei relativi diritti per le stagioni 2012-2015 è derivata da un confronto competitivo tra gli operatori televisivi interessati, nell’ambito di una procedura che prevedeva l’assegnazione secondo un approccio a piattaforma neutrale, ossia con pacchetti di diritti trasmissivi esercitabili su tutte le piattaforme televisive. Successivamente all’ampliamento dell’istruttoria, deliberato dall’Antitrust, Sky ha inoltre sub-licenziato i diritti audiovisivi relativi alla Champions League, con l’approvazione della Uefa, all’unico concorrente nella pay-tv, Rti, per due delle tre stagioni da essa detenute, 2012-2013 e 2013-2014. Pertanto, la totalità dei diritti trasmissivi relativi a tale competizione è attualmente disponibile in modalità a pagamento sia su piattaforma Dtt che su piattaforma satellitare, ferma restando la trasmissione in chiaro del miglior incontro del mercoledì da parte di Rti. Non c’è inoltre ragione di escludere la possibilità che i due operatori giungano ad un accordo per la sub-licenza dei diritti di trasmissione anche in relazione alla terza stagione”.
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