Coinvolto nell’inchiesta sugli appalti Anas, che vede al centro suo cognato Tommaso Verdini, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini decide di rompere il silenzio. Facendo riferimento alle accuse sul caso senza riferimenti espliciti, ha dichiarato: “Mai mi sono permesso e mai mi permetterò di segnalare tizio o caio: lavorano quelli bravi“.
L’inchiesta sugli appalti Anas ha coinvolto Tommaso Verdini – fratello della compagna di Salvini, Francesca – e figlio dell’ex braccio destro di Silvio Berlusconi, Denis. A causa dei suoi legami famigliari, il ministro è stato tirato in ballo dalla Procura che ha ipotizzato anche il reato di corruzione.
Matteo Salvini ha infatti sottolineato che ha sempre fatto in modo, prima da ministro dell’Interno e ora da ministro delle Infrastrutture, che i progetti andassero avanti nel rispetto dell’autonomia dei prefetti, dei questori e delle aziende.
Parlando durante l’inaugurazione dei lavori di ammodernamento dell’Autodromo di Monza, Matteo Salvini ha quindi rilasciato alcune dichiarazioni – sebbene non esplicite – prendendo per la prima volta la parola sull’inchiesta, dopo aver rifiutato di riferire in Parlamento, nonostante la copertura politica di Giorgia Meloni.
Il leader della Lega ha espresso il suo disappunto per coloro che pensano di poterlo scoraggiare. “Mi spiace per quelli che pensano di farmi lavorare con meno voglia, grinta, entusiasmo e meno volontà, io … tiro dritto”, ha affermato. Poi, ha dato indicazioni al suo ministero di far lavorare “quelli bravi” nel rispetto dei costi, dei tempi e della qualità del lavoro.
Matteo Salvini ha risposto alle accuse affermando che essere coinvolto “a sproposito” da alcuni giornalisti in vicende di cui non sa nulla, non è più tollerabile. Il ministro dei Trasporti ha annunciato che da oggi inizieranno a partire querele, sia da parte sua che della sua compagna Francesca Verdini, coinvolta senza motivo in diversi articoli.