Appello del Papa all’Europa ‘Dia prova di solidarietà’

“Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative”. Così il Papa nel Messaggio ‘Urbi et Orbi’. “L’alternativa – ha detto – è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni”.

“Come una fiamma nuova”, la “Buona Notizia” della Resurrezione “si è accesa nella notte”, ha detto il Papa nel Messaggio ‘Urbi et Orbi’: “la notte di un mondo già alle prese con sfide epocali ed ora oppresso dalla pandemia, che mette a dura prova la nostra grande famiglia umana. In questa notte è risuonata la voce della Chiesa: ‘Cristo, mia speranza, è risorto!’”. Per Francesco, “è un altro ‘contagio’, che si trasmette da cuore a cuore – perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: ‘Cristo, mia speranza, è risorto!’”.

“Incoraggio quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e favorire, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane”, ha detto il Papa nel Messaggio ‘Urbi et Orbi‘.

“Per molti è una Pasqua di solitudine, vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici”, ha riconosciuto papa Francesco. “Il mio pensiero quest’oggi – ha detto – va soprattutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus: ai malati, a coloro che sono morti e ai familiari che piangono per la scomparsa dei loro cari, ai quali a volte non sono riusciti a dare neanche l’estremo saluto”.

“Gesù, nostra Pasqua, dia forza e speranza ai medici e agli infermieri, che ovunque offrono una testimonianza di cura e amore al prossimo fino allo stremo delle forze e non di rado al sacrificio della propria salute”, ha affermato papa Francesco nel Messaggio pasquale ‘Urbi et Orbi’. “A loro, come pure a chi lavora assiduamente per garantire i servizi essenziali necessari alla convivenza civile – ha proseguito -, alle forze dell’ordine e ai militari che in molti Paesi hanno contribuito ad alleviare le difficoltà e le sofferenze della popolazione, va il nostro pensiero affettuoso con la nostra gratitudine”.

“Non è questo il tempo delle divisioni. Cristo nostra pace illumini quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”. “Non è questo il tempo in cui continuare a fabbricare e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che dovrebbe essere usati per curare le persone e salvare vite”, ha proseguito Francesco.

“Si allentino pure le sanzioni internazionali – aggiunge Francesco – che inibiscono la possibilità dei Paesi che ne sono destinatari di fornire adeguato sostegno ai propri cittadini e si mettano in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri“.

Papa Francesco, nella Basilica di San Pietro, nella Domenica di Pasqua ha presieduto la solenne celebrazione della Messa del giorno. Per le disposizioni anti-coronavirus, la liturgia – trasmessa in diretta video – si è svolta senza la partecipazione dei fedeli. Nel corso della celebrazione, sempre per l’emergenza sanitaria in atto, è stato omesso il rito del “Resurrexit”.

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